Roma, 8 lug. – Made in China mai più sinonimo di scarsa qualità, almeno per quanto riguarda gli alimenti. È questa l'ultima crociata del governo cinese che, in seguito a una serie di scandali alimentari che ha colpito il Paese – ultimo in ordine di tempo il caso delle McNuggets contenenti additivi chimici –, è deciso a regolarizzare l'industria alimentare con una legge pensata appositamente per quei prodotti destinati all'importazione e all'esportazione. "In passato solo alcuni prodotti, quali frutta e carne, erano sottoposti a regolamenti" spiega Liu Zhaobin, autore della bozza e direttore del Dipartimento legislativo e politico dell'Amministrazione generale per la quarantena, l'ispezione e la supervisione. La nuova legge invece coprirà una vasta gamma di alimenti tra cui grano, prodotti animali e vegetali e additivi. Se la normativa – che in questi giorni è sottoposta all'esame dei leader cinesi – verrà approvata, i produttori di cibi destinati all'esportazione dovranno rivedere completamente le proprie abitudini: la legge prevede la registrazione non solo delle materie prime in sé, ma anche degli additivi alimentari impiegati e del processo di confezionamento. Devono essere descritti inoltre i processi produttivi e i risultati dei controlli cui gli alimenti sono stati sottoposti prima della spedizione. Ottenuti tutti i dati, questi dovranno essere obbligatoriamente conservati per almeno due anni nel caso in cui ci fosse bisogno di una consultazione. E le restrizioni sono valide anche per i contadini e produttori agricoli che sono obbligati a registrare le fasi produttive al Dipartimento per l'ispezione e la quarantena. "I nomi di coloro che saranno colti a esportare alimenti non in regola saranno resi noti al pubblico" si legge nella bozza. La normativa prevede inoltre multe fino a 30mila yuan (circa 3.000 euro) per coloro che saranno sorpresi in possesso di certificati falsi, a usare additivi chimici o materie prime provenienti da commercianti non autorizzati. La bozza è unica nel suo genere in quanto, spiega Liu, "si tratta del primo regolamento sistematico riguardante i prodotti alimentari destinati all'import-export". Sebbene la strada imboccata dal governo sia quella giusta al fine di garantire ai consumatori prodotti sani e sicuri, la legge non convince ancora del tutto. Sang Liwei, consulente per la sicurezza alimentare di una società di Pechino, è scettica riguardo le sanzioni previste dal regolamento: l'esposizione pubblica e le multe irrisorie non bastano a scoraggiare i truffatori. A coloro che tentano di aggirare la legge, suggerisce Sang, dovrebbe essere definitivamente proibito esportare i propri prodotti.
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