ALIMENTARE: STOP ALLA PRODUZIONE NEL 50% DEI CASEIFICI
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ALIMENTARE: STOP ALLA PRODUZIONE NEL 50% DEI CASEIFICI

ALIMENTARE: STOP ALLA PRODUZIONE NEL 50% DEI CASEIFICI

Sicurezza alimentare
ALIMENTARE: STOP ALLA PRODUZIONE NEL 50% DEI CASEIFICI
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Roma, 4 apr.- Stop alla produzione di latte per la metà delle aziende casearie cinesi. Lo ha stabilito l'Amministrazione Generale per  il Controllo Qualità – l'authority alimentare - che ha reso noto che su 1.176 aziende sottoposte ai controlli, 426 non hanno ottenuto il rinnovo della licenza mentre 107 caseifici potranno riprendere la attività se e quando miglioreranno gli standard di produzione e la qualità dei prodotti.  Nessun dettaglio sui motivi che hanno impedito ai caseifici di ottenere il rinnovo della licenza, senza la quale è vietato produrre. Coloro che violeranno la legge saranno  "severamente puniti",  si legge nel comunicato emesso dall'authority alimentare che tuttavia non fornisce ulteriori informazioni sulle pene previste per i trasgressori.

 

Il giro di vite ordinato da Pechino ha un duplice scopo: da un lato vuole eliminare le piccole imprese casearie in vista di un consolidamento del settore; dall'altro rappresenta l'ultimo tentativo del governo per mettere la parola fine all'onda lunga dello scandalo del latte alla melamina (questo articolo) che sembra non essere stato ancora estirpato del tutto, nonostante le misure punitive messe in atto. Zhang Yujun e Geng Jinping, i principali responsabili della vicenda alla 'melamina' che tra la primavera e l'estate del 2008 intossicò oltre 300mila bambini e uccise 6 neonati, sono stati  giustiziati. In particolare i giudici avevano accusato Zhang - un commerciante agricolo che si riforniva di latte da piccoli produttori locali -  e Geng - il direttore di uno stabilimento caseario che acquistava il latte dalla società di Zhang e poi lo rivendeva addizionato di melamina al colosso cinese Sanlu - di aver messo a rischio la salute e la sicurezza pubblica. Il governo aveva inoltre ordinato l'eliminazione immediata di tutta la merce contaminata. Misure, queste, che però non sembrano essere state sufficienti a scoraggiare i produttori, tanto che non di rado sugli scaffali dei supermercati cinesi compaiono ancora partite di latte in polvere adulterato.

 

Ma quello caseario non è l'unico settore ad aver visto vacillare, per così dire, la fiducia dei consumatori. Qualche settimana fa un report trasmesso dalla CCTV ha denunciato l'operato di alcuni allevamenti dello Henan, provincia della Cina centrale conosciuta proprio per la massiccia produzione di carne suina. Secondo la tv nazionale, la Jiyuan Shuanghui Food Co Ltd., nome noto dell'industria alimentare cinese, è solita aggiungere al pasto quotidiano dei maiali del clenobuterolo:  farmaco stimolante che agisce sulla muscolatura liscia facendola aumentare di volume in breve tempo . I "maiali culturisti" presentano pochissima massa grassa, caratteristica che li rende particolarmente costosi (questo articolo). Il farmaco, però, è tutt'altro che innocuo e le conseguenze vanno dalle semplici vertigini al tumore.

 

di Sonia Montrella

 

© Riproduzione riservata

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