ALIMENTARE: ITALIA BOOM EXPORT IN CINA  

Roma, 25 ott. - Amata e apprezzata in tutto il mondo, la pasta e' stata  e resta un fiore all'occhiello del Made in Italy alimentare. Nel corso della Giornata Mondiale della Pasta che si e' tenuta oggi a Roma, dove IPO (International Pasta Organisation), AIDEPI (Associazione delle Industrie del Dolce e della Pasta Italiane) e l'ong Oldways hanno convocato oltre 300 tra produttori, nutrizionisti, opinion leaders, economisti e media di tutto il mondo - ci si si e' confrontati da questo  scenario per fare il punto sul tema "PASTA, SFIDA GLOBALE. Nuovi mercati  e nuovi consumatori per l'alimento che sta conquistando le tavole del  mondo". Secondo gli ultimi dati AIDEPI, anche quest'anno l'industria  italiana della pastificazione si conferma la prima nel mondo, con 3.247 milioni di tonnellate prodotte. Di queste, oltre la meta' (53%) viene destinata ai mercati esteri. Tanto che un piatto di pasta su 4 (26%) mangiato nel mondo viene prodotto nel nostro Paese, addirittura 7 su 10 di quelli consumati in Europa.

Nella "top five" dei Paesi destinatari, Germania, Francia, Regno  Unito, Stati Uniti e Giappone vantano quote rispettivamente del 19,3%,  15,3%, 14,4%, 7% e 4,7% in volume. Questi cinque paesi hanno acquistato  complessivamente circa il 61% dell'export italiano di paste alimentari (995 milioni di euro).

Tra i mercati emergenti, molto promettente il mercato russo, su cui sono state immesse 31.440 tonnellate di pasta  (+53,9% rispetto al 2009). Mentre l'export di pasta italiana in Cina  registra +61% in 2 anni, in India +36% rispetto al 2009 (+143% negli  ultimi 5 anni), ma il trend piu' sorprendente si registra in Arabia  Saudita, +135,6% di pasta italiana nell'ultimo anno.

L'Italia guida anche, e non poteva essere altrimenti, la speciale  classifica dei consumatori di pasta, con 26 chili pro-capite annui. Il  Venezuela, secondo, consuma poco meno della meta', 13 chili a testa, la  Tunisia e' il terzo consumatore mondiale con 11,9 kg. Negli altri  continenti, gli Usa sono al nono posto con 8,8 kg, in Asia Iran (7) e  Turchia (6,1) precedono il Giappone (1,7 kg).

Menzione speciale di "pasta lovers" - nella nuova geografia, in  continua evoluzione, dei cultori di questo alimento - va a infatti a  Svezia, oggi sesto paese consumatore con 9 kg procapite, +63% rispetto  al 1998 (era 14ma con 5,5 kg), ma anche alla Germania, dove il consumo  di spaghetti e maccheroni e' salito da 3,5 kg pro-capite del 1972 ai 5,4  kg del 1997 fino ai 7,9 del 2010. E il trend non accenna a fermarsi, con  la produzione di pasta tedesca schizzata nell'ultimo anno a +13%.

Dall'Europa all'America, e' ancora piu' rilevante la crescita del pasta business in Latinoamerica dove la produzione continentale in questi  fatidici 13 anni e' triplicata, passando da poco piu' di 900mila tonnellate a oltre 3 milioni.

Una sfida la pasta l'ha gia' vinta. Nel 1998, anno del primo World  Pasta Day, nel mondo se ne produceva meno della meta', 6,4 milioni di  tonnellate contro le 13,1 milioni del 2010. Ma non solo: nello stesso  periodo i Paesi produttori sono passati da 27 a 45 (+66%). E sono ormai  50 (erano 29 13 anni fa, +72%) i Paesi in cui si consuma almeno 1 kg di pasta pro-capite all'anno. In un contesto globale estremamente complesso - commenta Paolo Barilla, presidente di AIDEPI - la pasta gioca e potra' giocare, anche in futuro, un ruolo da protagonista. Cibo ancestrale,  come il pane, ha solide radici che affondano in una civilta' antica ma e' al tempo stesso proiettata verso il futuro. Il suo valore si rinnova nella combinazione perfetta tra tradizione e salubrita', da un lato, e modernita' e innovazione, dall'altro. Sana perche' naturalmente semplice, la pasta e' fatta solo di semola e acqua, prodotto  fondamentale per un'alimentazione nutrizionalmente equilibrata. Ed e' provato come il modello produttivo di questo alimento sia efficiente  anche dal punto di vista della gestione delle risorse naturali, e  pertanto con un contenuto impatto ambientale. Per tutte queste ragioni,  la pasta supera ogni frontiera e merita ulteriore sviluppo, conoscenza e diffusione".

di Domenico Bruno

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