Al via nuove FTZ a Tianjin, nel Guangdong e nel Fujian

di Eugenio Buzzetti

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Pechino, 15 dic. - La Cina prevede l'apertura di altre tre aree speciali di libero scambio, a Tianjin, nel nord-est del Paese, e nelle province costiere del sud-est, il Guangdong e il Fujian. La proposta è arrivata direttamente dal Consiglio di Stato, il governo cinese, e con un'accelerazione dei tempi potrebbero essere approvate dall'Assemblea Nazionale del Popolo già entro fine anno, secondo alcuni esperti citati dal quotidiano China Daily. Il comunicato emesso dal governo cinese non rivela le dimensioni delle nuove aree, anche se spiega che le zone pilota sorgerebbero su aree di sviluppo già esistenti.

 

Le nuove aree pilota saranno modellate sull'esempio della Free Trade Zone di Shanghai lanciata nel 2013, ma potrebbero essere interessate da nuovi esperimenti, secondo il governo cinese, per rendere "replicabile" a livello nazionale le pratiche in uso a Shanghai negli investimenti, nel commercio e nei servizi finanziari. Le zone maggiormente interessate, secondo gli esperti, dovrebbero essere, nel Guangdong, quella di Qianhai, nella città di Shenzhen; la Pingtan Comprehensive Pilot zone nel Fujian, e quella di Binhai a Tianjin, dove sorge il porto, uno dei punti principali della cintura economica della Via della Seta. Quest'ultima potrebbe essere ancora più grande dei 29 chilometri quadrati dell'area di Shanghai. L'area del Guangdong si focalizzerà sul commercio con Hong Kong e Macao, mentre quella del Fujian si concentrerà sul commercio bilaterale con Taiwan.

 

Il governo cinese sta progressivamente aprendo le aree di libero scambio del Paese. Il mese scorso, dopo una visita del primo ministro Li Keqiang, il governo cinese ha deciso di aprire ulteriormente la nuova area di libero scambio di Shanghai a 27 nuovi settori che compaiono sula "negative list", la lista delle tipologie di aziende straniere che non possono investire nella Free Trade Zone inaugurata il 29 settembre dello scorso anno, o che saranno soggette a severi controlli del governo cinese prima dell'autorizzazione a operare sul territorio. La decisione del governo ha contribuito a rendere più agevoli i requisiti per aziende che operano in settori come quello delle attrezzature elettriche per i treni ad alta velocità o per le tecnologie di componenti elettronici per le automobili, che potranno essere detenute al 100% da capitale straniero. Tra le aziende escluse dalla negative list anche quelle che si occupano di servizi per lo sviluppo di nuove tecnologie legate al settore estrattivo e alle operazioni di perforazione e di scavo del petrolio, e una serie di altri settori, come quello del sale - il cui monopolio di Stato verrà smantellato a partire dal 2016 - e quelli dei fertilizzanti e delle bevande come il tè, preparate con tecniche tradizionali cinesi.

15 dicembre 2014

 

 

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