di Eugenio Buzzetti
Pechino, 17 nov. - Al via, oggi, la missione in Corea del Nord dell'inviato speciale del presidente cinese, Xi Jinping, Song Tao, a capo dell'Ufficio Internazionale del Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese. L'inviato di Xi è stato avvistato mentre entrava in una sala Vip dell'aeroporto internazionale di Pechino, dove ha incontrato l'ambasciatore nord-coreano, Ji Jae Ryong, prima della partenza. La sua è la prima visita di un funzionario cinese di alto profilo a Pyongyang dall'ottobre 2016. Secondo la versione ufficiale degli scopi della missione, Song informerà i suoi interlocutori degli esiti del diciannovesimo Congresso del partito, conclusosi il mese scorso con la rielezione di Xi al vertice del Pcc, ed effettuerà una vista nel Paese.
Non è chiaro chi Song incontrerà nel Paese, nè se sarà ricevuto dallo stesso Kim, in qualità di inviato speciale di Xi. Non ci sono particolari nemmeno sulla durata della missione, che dovrebbe essere di quattro giorni. La visita, ha spiegato il Ministero degli Esteri di Pechino, avrà come scopo quello di uno scambio di vedute su questioni di interesse reciproco, un segnale del possibile tentativo di convincere Pyongyang a tornare al dialogo per l'abbandono delle armi nucleari, anche se il Ministero della Riunificazione sud-coreano ha ricordato, oggi, che anche nel 2007 e nel 2012, Pechino aveva inviato un emissario a Pyongyang, dopo il Congresso del partito, per informare il Paese confinante degli ultimi sviluppi di politica interna. Per Trump, l'invio di un funzionario di alto profilo a Pyongyang, è una "grande mossa", secondo quanto scritto dal presidente Usa in un tweet delle ultime ore. "Vedremo cosa accadrà", ha poi aggiunto.
Nonostante, il consolidamento delle relazioni tra Trump e Xi nel corso della visita a Pechino del presidente Usa, settimana scorsa, rimangono ancora divergenze tra Cina e Stati Uniti, sulla gestione della crisi nella penisola coreana. Trump, al ritorno a Washington dopo la lunga missione asiatica, ha sottolineato che la Cina si oppone alla risoluzione della crisi con Pyongyang attraverso la "doppia sospensione", ovvero la sospensione simultanea sia dei test missilistici e nucleari di Pyongyang sia degli esercizi congiunti tra Usa e Corea del Sud: le parole del presidente Usa sono state smentite a distanza di poche ore dal Ministero degli Esteri di Pechino. La proposta della "doppia sospensione" è "ancora il piano più adatto, giusto e ragionevole in questa fase", ha dichiarato ieri il portavoce del Ministero degli Esteri di Pechino, Geng Shuang.
Sull'isola di Jeju, in Corea del Sud, intanto, c'è l'inviato speciale degli Usa per la Corea del Nord, Joseph Yun, che si è incontrato con il suo omologo sud-coreano, Lee Do-hoon, rappresentante speciale per gli Affari di Pace e Sicurezza nella penisola coreana, per discutere degli sviluppi della crisi. Yun ha sottolineato la posizione Usa, che vuole andare verso la denuclearizzazione della penisola coinvolgendo quanti più attori possibili sul palcoscenico internazionale per un "significativo e credibile dialogo". L'inviato di Washington ha anche auspicato che l'inviato speciale di Xi a Pyongyang possa portare avanti l'obiettivo della denuclearizzazione, anche se a Washington, ha sottolineato, non sono arrivati segnali in questo senso da parte di Pyongyang. Le speranze di un ritorno al tavolo dei negoziati sembrano ancora una volta frustrate dalle pagine del più importante quotidiano nord-coreano, il Rodong Sinmun, che in un editoriale di oggi ribadisce che "gli Stati Uniti dovrebbero abbandonare la loro politica ostile verso la Corea del Nord" e che, se questo non accadrà, "non ci sposteremo di un pollice dalla strada del rafforzamento della nostra potenza nucleare".
17 NOVEMBRE 2017
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