Pechino, 23 mar. - Una globalizzazione più inclusiva sotto il cappello della "Belt and Road", l'iniziativa di sviluppo infrastrutturale lanciata nel 2013 dal presidente cinese, Xi Jinping. Si apre sotto questi auspici l'edizione di quest'anno del Boao Forum for Asia, nell'isola tropicale cinese di Hainan, a cui partecipano oltre 1700 delegati che si incontreranno in 44 seminari e 17 lezioni, da oggi fino a sabato prossimo. "La globalizzazione non è un concetto astratto. L'iniziativa Belt and Road che il presidente Xi Jinping ha proposto tre anni fa, è la via che il Paese ha scelto per farla funzionare", ha dichiarato, alla vigilia, il presidente del forum, Zhou Wenzhong.
"Globalizzazione e libero scambio: le prospettive asiatiche" sarà il tema della quattro giorni di Boao, giunta alla diciassettesima edizione, anche se la cerimonia ufficiale di apertura sarà solo sabato prossimo, con il discorso del vice primo ministro esecutivo cinese, Zhang Gaoli. Il tema di quest'anno ricalca le aspettative di Pechino di accrescere il proprio ruolo nel commercio internazionale. Xi ha dato la propria visione della globalizzazione a gennaio scorso all'apertura del World Economic Forum di Davos, in Svizzera, durante il quale ha annunciato il primo forum di cooperazione internazionale all'interno dell'iniziativa Belt and Road, che si terrà a Pechino a maggio prossimo.
La visione cinese della globalizzazione dovrebbe essere una risposta al protezionismo che spira da Washington, anche se molti sono ancora scettici a riguardo per le limitazioni di accesso al mercato interno cinese. Alcuni segnali rassicuranti sono arrivati nelle ultime ore: martedì scorso, il primo ministro, Li Keqiang, aveva sottolineato che Pechino intende aprire agli investimenti stranieri sia la propria industria che il settore dei servizi. Oggi, invece, il Ministero del Commercio di Pechino ha mandato un segnale di apertura, rendendo noto che ridurrà le restrizioni agli investimenti stranieri in Cina riducendo contestualmente il numero di settori della propria economia in cui gli investimenti stranieri possono essere accettati solo in joint-venture con partner locali, secondo quanto dichiarato oggi dal portavoce del Ministero del Commercio di Pechino, Sun Jiwen. Sun ha anche smentito le voci in base alle quali agli investitori stranieri verrebbe promesso un maggiore accesso al mercato in cambio di trasferimenti di tecnologia.
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