Aiuti Simest agli atenei in Cina
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Aiuti Simest agli atenei in Cina

Aiuti Simest agli atenei in Cina

Partnership. Disponibili quattro milioni di euro per iniziative in campo tecnologico
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ROMA
Per gli atenei italiani la Cina è un po' più vicina. Grazie all'iniziativa della Simest che ha deciso di lanciare un fondo start up per sostenere i progetti di innovazione tecnologica realizzati nella Repubblica popolare cinese dalle nostre università. A disposizione degli interessati ci saranno quattro milioni di euro.
L'annuncio è stato dato ieri dal ministero dello Sviluppo economico (Mse). In una nota il dicastero di via Veneto ha ricordato come proprio gli atenei tricolori siano stati protagonisti nei lavori dell'Ue-China Business & technology cooperation fair a Chengdu. Una missione che è nata da un accordo firmato a giugno in Cina dal viceministro Adolfo Urso e dalle autorità locali e che «ha permesso di creare una linea strategica di raccordo con gli spin off degli atenei italiani, constatando il notevole livello di eccellenza tecnologica».
L'obiettivo esplicito dell'iniziativa messa a punto dalla Simest, ha sottolineato ancora il Mse, è quello di puntare «sulla valorizzazione delle ricchezze tecnologiche italiane». Come? Dando vita a «collaborazioni internazionali» e fornendo «soluzioni di promozione e di supporto finanziario agli spin off, in particolare a quelli che si trasformano in imprese di start up».
Alcune prove tecniche di collaborazione sono state effettuate già in occasione della fiera di Chengdu mediante la partecipazione di due strutture universitarie dedicate al supporto agli spin off (la Sapienza di Roma e l'università di Trento).
Due spin off – Unibiomedics e Molirom, entrambe della Sapienza – hanno potuto anche constatare con mano l'importanza di miscelare le caratteristiche di due realtà diverse: quella cinese con la capacita di avviare strutture produttive a basso costo e quella italiana dotata di elevate capacità tecnologiche. Considerando anche, ha spiegato ancora lo Sviluppo economico, che per le nostre aziende, la crescita del mercato interno alla Cina rappresenta una opportunità importante in attesa della ripresa del mercato europeo.
Ma Unibiomedics e Molirom non sono stati gli unici spin-off battenti bandiera tricolore che hanno partecipato all'appuntamento fieristico. Per la Sapienza erano presenti anche BrainSigns, Opt Sensor, Nhazca, Sistema e SurveyLab. Laddove per l'ateneo trentino ha potuto contare su Okkam, BioTools and Mountain Eering. E i risultati potrebbero vedersi a breve visto che per ognuno di loro potrebbe aprirsi lo spiraglio per arrivare a una joint venture italo-cinese.
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24/10/2010
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