ADV
Il caso di Li Na non solleva solo il problema della scarsa assistenza sanitaria ai lavoratori migranti, ma riapre soprattutto la questione della discriminazione nei confronti dei sieropositivi. Solo due mesi fa, in occasione dell'Expo di Shanghai, il governo ha riaperto le porte ai turisti malati di AIDS revisionando una legge del 1980 che ne vietava l'ingresso. "Bandire dal nostro Paese i malati di AIDS non può essere una soluzione al problema" aveva dichiarato un funzionario dell'Ufficio legale del Consiglio di stato. E se si può affermare che i turisti sieropositivi sono ormai tutelati, diverso è il caso dei malati cinesi. Sebbene la posizione ufficiale di Pechino sia quella della lotta alla disinformazione e dell'assistenza ai malati – che secondo le statistiche sono oltre 740mila – la regola non sembra essere applicata su tutto il territorio. Nessun accenno però è stato fatto riguardo alle misure punitive previste nel caso di mancata assistenza sanitaria. Per il momento né l'ospedale, né le autorità locali hanno voluto rilasciare dichiarazioni.
Condividi
ADV