AI WEIWEI: ACCUSA UFFICIALE DI FRODE
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AI WEIWEI: ACCUSA UFFICIALE DI FRODE

AI WEIWEI: ACCUSA UFFICIALE DI FRODE

STRETTA SUL DISSENSO
AI WEIWEI: ACCUSA UFFICIALE DI FRODE
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Roma, 14 apr.- Pechino formalizza l'accusa di frode fiscale nei confronti dell'artista cinese di fama internazionale Ai Weiwei. A renderlo noto nessuna fonte ufficiale, né una conferenza stampa, ma un quotidiano cinese basato a Hong Kong secondo cui "la polizia cinese è in possesso di prove schiaccianti". Secondo il Wen Wei Po, questo il nome del giornale controllato dal governo cinese e pubblicato nell'ex colonia inglese, Ai avrebbe "iniziato a confessare". "Ci sono importanti sviluppi sul caso Ai Weiwei: la pubblica sicurezza ha raccolto testimonianze e documenti che provano che l'artista ha evaso le tasse. L'uomo sembra aver iniziato a cooperare con gli investigatori" si legge nello specifico nel rapporto.  Non solo. Sempre secondo il quotidiano l'artista è accusato di bigamia e di diffusione di materiale pornografico su internet.

 

"Un pretesto per punirlo del suo attivismo" sostiene la famiglia dell'artista che dal momento dell'arresto avvenuto il 3 aprile scorso all'aeroporto di Pechino non ha più avuto notizie di Ai Weiwei. "Non esiste alcuna prova" ha dichiarato al telefono al South China Morning Post Gao Ge, sorella dell'archistar. "Stanno usando un giornale locale per gettare fango su mio fratello senza nemmeno dargli la possibilità di replicare". "Trattenerlo così a lungo lasciandoci all'oscuro di tutto, senza informare la sua famiglia è chiaramente contro la legge" ha continuato Gao Ge, che ha definito l'accusa di bigamia "assurda". L'artista è "indagato per reati economici ed è quindi un comune criminale" aveva fatto sapere lo scorso 7 aprile una delle portavoce del ministero degli Esteri Hong Lei senza però rilasciare ulteriori dettagli . "Il suo arresto non ha nulla a che vedere con la questione dei diritti umani o della libertà di espressione. La comunità internazionale non ha alcun diritto di interferire in questioni interne" aveva ammonito la portavoce. Ieri un altro tassello si è aggiunto al mosaico: una settimana prima del suo arresto la polizia aveva fatto visita ad Ai offrendo all'uomo una posizione all'interno della Conferenza Consultiva del Popolo.

 

Cinquantatre anni, architetto, Ai Weiwei è uno degli artisti più conosciuti al mondo. Ad accrescere la sua fama ha contribuito il fatto di essere stato uno degli ideatori dello stadio "Nido d'Uccello" delle Olimpiadi di Pechino 2008. Ma ad aver messo sotto una cattiva luce Ai è stato il suo attivismo: l'uomo si è sempre distinto come una delle voci più critiche verso il sistema a partito unico. Un criticismo che è emerso spesso anche dalle sue opere. Nel 2008, ad esempio, l'artista realizzò un'installazione audio che riportava i nomi dei 5mila bambini scomparsi nel crollo delle scuole dopo il disastroso terremoto che colpì il Sichuan, morti secondo le accuse dei genitori per la scarsa qualità delle costruzioni.

 

Un personaggio scomodo che in un periodo di insurrezioni pro democrazia e di manifestazioni come quello attuale diventa per Pechino addirittura pericoloso. E sono in molti a ritenere che l'arresto di Ai abbia poco a che vedere con i reati fiscali e che, in realtà, l'uomo sia semplicemente l'ennesima vittima di quel giro di vite messo in atto dal governo centrale da quando, alla fine di febbraio, si è assistito ad alcuni "raduni dei Gelsomini" a Pechino e Shanghai (questo dossier) . E sebbene si sia trattato solo di timide manifestazioni senza successo, ciò sembra sia bastato per far alzare il livello di guardia di Pechino. Immediata la stretta al criticismo nei confronti del Partito comunista che ha visto finire in manette attivisti, manifestanti e, naturalmente, i dissidenti che avevano invitato la popolazione a protestare. Ultimo a cadere nella morsa della censura è stato Zhu Yufu, il cui arresto avvenuto lo scorso 5 marzo è stato confermato mercoledì dalle autorità di Hangzhou. Zhu, attivista di lunga data, è colpevole di aver scritto una poesia cin cui invitava le persone a scendere in piazza e camminare. Un chiaro appello, secondo le autorità, a protestare sovvertendo così l'ordine pubblico.

 

di Sonia Montrella

 

colta l'approfondimento radiofonico di AgiChina24 su Radio Radicale.

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