Pechino, 25 set. - Il ministro dell'Agricoltura cinese Sun Zhengcai ha dichiarato che Pechino renderà più severi i regolamenti per gli investimenti esteri in questo settore. "La Cina guarda con favore agli investimenti stranieri nell'agricoltura - ha dichiarato Sun - ma l'afflusso dovrebbe essere in linea con i requisiti fondamentali, come la domanda effettiva di prodotti agricoli, la sicurezza del settore e gli interessi dei contadini". Negli ultimi anni si è effettivamente assistito a un afflusso massiccio di investimenti esteri in tutti i segmenti del settore, ma la questione ha sollevato dibattiti molto accesi. A suscitare le preoccupazioni di funzionari ed economisti cinesi sono le possibili fluttuazioni dei prezzi causate dall'apertura di alcuni mercati chiave. Un caso emblematico è quello della soia che, secondo Li Guoxiang, ricercatore presso l'influente think-tank CASS (Chinese Academy Social Sciences), sarebbe stato aperto troppo in fretta: "La Cina acquista enormi quantità di soia dall'estero – ha dichiarato Li al quotidiano ufficiale "People's Daily"- e quindi i cambiamenti della situazione economica globale hanno un forte impatto sul mercato interno e sugli interessi dei contadini cinesi". La questione, insomma, oltre che economica, è anche politica e sociale: nonostante il continuo, enorme flusso migratorio dalle aree rurali a quelle urbane, nelle campagne cinesi vivono ancora circa 750 milioni di persone, più delle popolazioni di Usa e Ue messe insieme. Due settimane orsono il ministero del Commercio di Pechino aveva rivisto al ribasso le sue previsioni sulle importazioni di soia per il mese di settembre dopo gli acquisti record di giugno e luglio, ma la linea dettata dal ministro Sun sembra tutta orientata verso una maggiore chiusura.