Pechino, 27 lug.- L'agenzia di stampa cinese Xinhua si aggiudica uno degli spazi più ambiti della Grande Mela: il 'civico' 2 di Times Square. Fuori l'insegna della banca HSBC - il contratto è scaduto lo scorso mese -, dentro l'Agenzia Nuova Cina, il cui logo campeggia già sul grattacielo tra la Settima Avenue e la 48sima in attesa dell'inizio delle trasmissioni. Da lunedì prossimo, incastonato tra i marchi Prudential, Samsung e Coca Cola, uno schermo a LED della grandezza di 18 per 12 metri trasmetterà 24 ore su 24 notizie sulla Cina per il mezzo milione di persone che ogni giorno attraversa la 'piazza'. Scopo dell''investimento', spiegano alcune fonti interne alla Xinhua, "eliminare i pregiudizi che la maggior parte degli americani ha sulla Cina". Secondo un rapporto stilato all'inizio dell'anno dal Centro di ricerca Pew, il 43% degli americani considera il Dragone un "problema serio". Ma "è difficile che la mossa dell'agenzia di stampa cinese riesca a cambiarle cose considerata la repulsione degli statunitensi nei confronti di quelle testate giornalistiche gestite dal governo, qualsiasi esso sia" sostengono alcuni analisti di media.
Sebbene dal quartier generale della Xinhua non trapeli nessuna informazione sui termini dell'accordo per l'affitto dello spazio pubblicitario, voci di corridoio assicurano che la durata del contratto siglato dai cinesi è superiore ai sei anni. Bocca cucita anche sul valore del leasing che, in generale, per uno spazio di quelle dimensioni nell'incrocio più famoso di Manhattan si aggira attorno ai 400mila dollari al mese.
Al di là di ogni scopo giornalistico, lo schermo di Times Square rappresenta soprattutto la testimonianza più evidente del ruolo del Dragone nel mercato mondiale e della sua irruzione sulla scena economica statunitense. "Fa tutto parte della strategia di globalizzazione cinese. Pechino sembra voler dire all'America: "Guardateci, non vogliamo rubare i vostri posti di lavoro. Siamo molto più di questo" spiega Paul Markovski, presidente del gruppo Global Strategies-Analysis ed esperto di Cina.
E sempre da Times Square la Cina aveva voluto recapitare lo stesso messaggio lo scorso gennaio, in occasione della visita del presidente Hu Jintao a Washington (questo articolo). Secondo il Wall Street Journal, lo spot "Friendly China" è stato trasmesso 300 volte al giorno, per un totale di 8.400 passaggi in poco meno di un mese. Il video, realizzato dalla China State Council Information Office, aveva in origine lo scopo di promuovere l'immagine della Cina ed il suo soft power, secondo le direttive varate per questo nuovo piano quinquennale, ma il tutto si è poi limitato a una sequenza di immagini statiche di personaggi sconosciuti - Yao Ming e pochi altri esclusi – quali modelle, artisti, eroi nazionali, scienziati, astronauti, imprenditori, sportivi, attori, musicisti. Uno spot scadente e dal gusto propagandistico che di certo non è bastato a placare il coro di critiche (libertà di informazione, internet, Tibet e Xinjiang, dissidenti, inquinamento globale, svalutazione della valuta, strette relazioni coi regimi di mezzo mondo, insofferenza alle critiche) che da tempo si innalza contro il Dragone.
L'agenzia di stampa cinese è presente negli Stati Uniti sin dal 1971, ma il suo 'debutto' a Broadway risale allo scorso maggio quando decise di trasferire il quartier generale da Woodside nel Queens a Times Square. Lo scorso anno l'agenzia ha inaugurato CNC World, il canale televisivo di notiziari in lingua inglese, avvicinandosi passo dopo passo verso quello che è il suo principale obiettivo: competere con Reuters, Bloomberg News e Associated Press.
di Sonia Montrella
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