Roma, 6 gen.- Accordi commerciali a Roma, impegno di collaborazioni future a Milano: potrebbe essere descritta così la visita italiana del vice presidente cinese Xi Jinping che si è conclusa la scorsa settimana. La quattro giorni di Xi, volato in Italia per prendere parte alle celebrazioni dei 150 anni dell'Unità d'Italia e della Festa della Repubblica, ha rappresentato l'occasione per rafforzare l'intesa tra i due Paesi, un'intesa basata non solo sugli scambi commerciali, ma anche sul dialogo politico. "La presenza in Italia del Vice Presidente della Repubblica Popolare Cinese, Xi Jinping, per le celebrazioni della Festa della Repubblica e per la ricorrenza del 150esimo anniversario dell'Unità d'Italia, rappresenta la conferma dell'intensità del rapporto politico ed economico tra l'Italia e la Cina" si legge nel documento diffuso da palazzo Chigi al termine dell'incontro tra Xi e il premier Silvio Berlusconi. Il presidente Berlusconi e il vice presidente Xi Jinping - prosegue la nota - hanno verificato identità di vedute sui principali temi globali, in particolare in materia di riforma del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Una posizione già illustrata nel corso dell'incontro con il ministro degli Esteri Franco Frattini. In particolare, il ministro ha voluto sottolineare l'importanza e il ruolo che il Paese esercita in Europa e nel G20, confermando l'ottima cooperazione esistente sui dossier internazionali, a cominciare dalla riforma del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.
Frattini, che presiederà a Pechino la prossima riunione del Comitato governativo bilaterale a luglio, ha offerto piena collaborazione nello scambio di know how tecnologico in ogni settore economico, nell'ottica del rafforzamento della cooperazione nei settori emergenti dell'alta tecnologia, dal risparmio energetico alla tutela ambientale fino al settore dei servizi. Il titolare del Farnesina ha anche promesso l'appoggio italiano alle istanze cinesi nell'ambito dell'Unione europea, dall'embargo alla vendita di armi al riconoscimento dello status di economia di mercato.
Ma al di là della condivisione di idee politiche, a testimonianza della solidità del rapporto tra il Bel Paese e il Dragone arrivano i numeri: "Abbiamo già 2.500 imprese italiane presenti là - ha dichiarato il Presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia a margine del bilaterale Italia-Cina che si è svolto a Milano - C'è un interscambio intorno ai 15 miliardi di dollari e abbiamo l'obiettivo di raddoppiarlo o triplicarlo nel giro di qualche anno". "Siamo qui - ha detto ancora - interessati ad aumentare la nostra presenza in Cina. Ovviamente chiediamo reciprocità e un accesso al mercato anche migliore rispetto all'attuale, però consideriamo la Cina una grande opportunità di crescita per le nostre imprese".
Uno scenario, questo, che sembra sempre più reale grazie anche agli accordi di collaborazione firmati a Roma a Villa Doria Pamphili a seguito dell'incontro tra il vice presidente cinese e il premier Silvio Berlusconi. In particolare Italia e Cina hanno siglato 16 accordi commerciali e istituzionali per un valore complessivo di 3,2 miliardi di dollari. Tra quelli istituzionali (di cui viene reso noto il valore complessivo ma non vengono precisati i singoli riferimenti economici) figurano un memorandum d'intesa tra il Miur e il Ministero per la Scienza e la tecnologia cinese per la cooperazione nel campo della ricerca scientifica e un accordo quadro con la Regione Toscana per il supporto della cooperazione nel campo dell'innovazione. Quanto agli accordi commerciali, nell'elenco figura quello siglato tra Wind Telecomunicazioni e China Development Bank Corporation per un progetto di finanziamento di un network di telecomunicazioni; il memorandum d'intesa tra Telecom Italia e Huawei Technologies per la cooperazione strategica di cinque anni. Ancora, un accordo tra Fiat Powertrain Technologies e Guangzhou Automobile Group per l'aumento della capacita' di tecnologia per il progetto Haveco; la lettera d'intenti tra SunEdison Italy e Cecep Solar Energy Techonology; il memorandum di cooperazione tra Mandarin Capital Partners e Miroglio Spa per investimenti nel settore della moda in Cina; il memorandum di cooperazione tra Gvs Spa e Mandarin Capital Partners per investimenti nel settore dei dispositivi medici in Cina. Il Piano pone, fra i suoi obiettivi, tra l'altro anche il raddoppio dell'interscambio bilaterale entro il 2015. Nel 2010 il valore degli scambi commerciali è cresciuto di quasi il 50%. L'Italia è oggi il quarto partner europeo della Cina.
E a garanzia della stabilità della relazione tra Roma e Pechino è intervenuta Emma Marcegaglia che, tra le altre cose, ha sottolineato l'importanza di rinnovare l'accordo per la camera di conciliazione delle controversie tra i due paesi scaduto nel 2009-2010. "Vorrei evidenziare - ha detto il presidente di Confindustria - l'importanza di rinnovare l'accordo di cooperazione per la creazione della camera di conciliazione tra Italia e Cina, che agevola la risoluzione delle controversie di carattere commerciale nell'ambito delle relazioni economiche tra imprese italiane e cinesi".
Ultimo in ordine di apparizione tra i politici incontrati da Xi Jinping, è stato il presidente della Lombardia Roberto Formigoni cui il vice presidente cinese ha sottolineato il ruolo positivo giocato dalla regione nella scena politica ed economica nazionale paragonandola a quello rappresentato da Shanghai: "Il vostro ruolo è simile a quello della municipalità di Shanghai. Il commercio, la finanzia e la produzione manifatturiera sono molto sviluppati: nella vostra regione il design e il settore della moda sono in testa". E se la collaborazione tra la Cina e la Lombardia è stabile, lo si deve - ha detto il vice presidente della Cina – "alle vostre politiche di agevolazione: molte aziende cinesi hanno aperto qui filiali, uffici di rappresentanza e centri di ricerca". "I rapporti di antichissima data tra la Cina e l'Italia - ha sottolineato Formigoni accogliendo Xi - attraversano in questo momento una fase molto positiva". Il riferimento del presidente è, in particolare, alle tante "esperienze di collaborazione che ci hanno visto percorrere alcuni tratti di strada comune". Le cifre dell'interscambio commerciale lo testimoniano: nel 2010 è stato superiore a 12,5 miliardi di euro e proprio la Lombardia ha fatto registrare il primato italiano delle importazioni e delle esportazioni, indicando la nostra regione come la porta d'ingresso e di uscita dell'Italia per le merci.
di Sonia Montrella
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