A Wenzhou le "banche ombra" diventano legali

di Antonio Talia
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Pechino, 29 mar.- Wenzhou, la metropoli industriale della provincia dello Zhejiang famosa per le piccole e medie imprese, sarà al centro di una riforma finanziaria pilota che potrebbe essere estesa al resto della Cina. Il governo di Pechino ha dato il semaforo verde all'esperimento che consentirà ai cittadini di Wenzhou di investire privatamente all'estero e, soprattutto, di creare società per l'erogazione di prestiti. Si tratta, di fatto, di una legalizzazione del cosiddetto "sistema bancario ombra" che ha da sempre animato lo spirito imprenditoriale della città.
Come funzionano le "banche sotterranee"? Si tratta di un circuito creditizio parallelo affidato a società simili alle trust companies –sia registrate che clandestine-, che offrono prestiti istantanei con tassi d'interesse che possono anche superare il 100%annuo, più di quindici volte rispetto ai tassi applicati normalmente. Le trust companies ottengono il liquido tanto da individui che da aziende: per capire la diffusione del fenomeno basti pensare che una stima della sede locale della Banca centrale mostra che nel sistema- tanto come debitori che come creditori- è coinvolto il 90% delle famiglie e il 65% delle imprese di Wenzhou, una città che con l'hinterland raggiunge i 10 milioni di abitanti.
Questi prestiti servivano a coprire buchi di liquidità temporanei, ad esempio pagare fornitori, e venivano ripagati nell'arco di qualche settimana o di qualche mese a tassi ovviamente inferiori rispetto a quelli applicati annualmente.
Ma nell'autunno scorso Wenzhou aveva affrontato una crisi di liquidità culminata in una catena di suicidi e fughe di imprenditori. Tra i primi ad analizzare la vicenda c'è stata May Yan, a capo della struttura di analisi di Barclays Capital per la Cina. In un dossier pubblicato in autunno, May Yan e i suoi analisti sottolineavano l'enorme numero di piccole e medie imprese che si rivolgono al "credito informale" che non passa attraverso i canali bancari tradizionali". "In pochi mesi sono state 19 le aziende di medio livello che hanno dichiarato bancarotta- si legge nel dossier Barclays- , una cifra che rappresenta solo una minuscola porzione delle 3993 società attive a Wenzhou". Ma i mercati avevano iniziato a temere che tali fallimenti potessero segnare l'inizio di una crisi del credito tra le piccole e medie imprese, timori talmente diffusi da spingere il premier Wen Jiabao a visitare la città dello Zhejiang. Il dossier Barclays era molto chiaro su un punto: "I fallimenti a Wenzhou sono inevitabilmente contagiosi, e si possono diffondere nel resto del Paese".
Con l'avvio della riforma, il governo non ha tuttavia specificato le quote che gli investitori potranno impiegare all'estero. "Ci sono moltissime opportunità d'investimento –ha dichiarato alla BBC Zhu Jianfeng, general manager di Gold Emperor Group, un grande calzaturificio della zona- aspettiamo di vedere i dettagli della riforma e decidere le prossime mosse".
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