A SHANGHAI TAVOLA ROTONDA DI "OIL"

Shanghai, 14 dic.- Il mondo guarda alla Cina, la Cina cerca la sua "energia per il futuro": si è conclusa mercoledì a Shanghai la tavola rotonda "Energy for the Future", organizzata dalla rivista "Oil" presso la School of Management dell'Università Fudan dalla rivista "Oil", in collaborazione con il Consolato Generale d'Italia della metropoli cinese e il DDIM Programme, che riunisce Fudan, Università Bocconi e LUISS.
"Oil è la rivista pubblicata da ENI che tratta il mondo dell'energia in tutti i suoi aspetti più sfaccettati. Geopolitica, economia e finanza sono gli argomenti che riguardano da vicino tutte le nazioni impegnate come player sul fronte energetico. Oil pubblica articoli e analisi realizzati dai più importanti esperti italiani e stranieri del settore" ha detto l'editor in chief di Oil Gianni Di Giovanni, presentando la versione in cinese del magazine a un pubblico di studenti italiani e stranieri e ai media locali.
Il professor Li Lifan della Shanghai Academy of Social Sciences, e Molly Moore –senior vice president di Sanderson Strategies Group si sono confrontati per oltre due ore su argomenti che vanno dal recente vertice ONU sui cambiamenti climatici di Durban- dove Pechino ha giocato un ruolo di primo piano- al futuro della sicurezza energetica cinese.
"La Cina si rifornisce di risorse energetiche dall'estero principalmente attraverso quattro rotte: Medio Oriente, Asia Centrale, Russia e Paesi del sud asiatico, anche se nazioni come il Venezuela giocano certamente un ruolo di primo piano - ha spiegato Li Lifan- e dato che la Cina è già il secondo consumatore di energia al mondo, è naturalmente interessata ad incrementare la collaborazione sul fronte energetico con Stati Uniti ed Unione Europea. Di sicuro, è fondamentale continuare a investire in innovazione e in energie rinnovabili in misura sempre maggiore".
Molly Moore, appena tornata dal vertice di Durban, ha raccontato interessanti retroscena sulla conferenza: "Non la si può definire né un totale fallimento né un totale successo. Quello che è accaduto è che a un certo punto Cina, Stati Uniti e India si sono dovute sedere a un tavolo delle trattative, in uno spazio di tempo estremamente limitato, e trovare almeno qualche punto comune per non far fallire completamente il summit".
Secondo Moore, la Cina deve riuscire a trovare l'equilibrio tra la crescita economica, rappresentata dallo sfavillante skyline di Shanghai, con la lotta all'inquinamento che nasconde agli occhi dei visitatori quello stesso, impressionante panorama. "Allora si potrà davvero dire che la Cina è diventata la nazione numero uno" ha concluso il senior vice presidente di Sanderson Strategies.
A moderare gli interventi c'era il professor Roberto Donà, direttore del programma DDIM dell'Università Luigi Bocconi.
"Bisogna tenere conto che quando si parla di tematiche energetiche si toccano tutti gli aspetti di un Paese- ha detto Donà introducendo gli ospiti- e che un aumento del prezzo dell'energia, ad esempio, va a toccare il tessuto stesso di una società".
"La presentazione di Oil in cinese è un'occasione di prim'ordine per affrontare argomenti che riguardano tutte le nazioni del globo –ha concluso il Console Generale d'Italia a Shanghai Vincenzo De Luca, presente all'evento- che in questo momento devono affrontare una doppia sfida. Da un lato, consentire a Paesi come Cina e India di crescere agli attuali stupefacenti ritmi, e dall'altro permettere loro l'adozione di un'adeguata politica di contenimento delle emissioni dannose".
di Antonio Talia
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