Roma, 15 sett.- Cinesi e italiani: due popoli sempre più vicini, ma ancora troppo lontani. Se è vero che sono sempre di più gli italiani che, attratti dall'estremo oriente, scelgono di mangiare cinese, di usare le bacchette e magari di appendere in casa "rotoli" o addirittura lanterne, la curiosità è solo apparente e l'integrazione tra le due culture è più lontana che mai. "Napoli e Cina", è questo il titolo del convegno che si è tenuto lunedì a Napoli organizzato dagli avvocati Vincenzo Assante e Fernando Ludione dello studio legale Picozzi e Morigi specializzato in diritto internazionale e con sede anche a Nanjing e Shanghai. Alla realizzazione dell'evento hanno collaborato anche l'Associazione italo-cinese Grandangolo e l'Associazione italo-cinese Vittorino Colombo. Obiettivo dell'incontro: gettare le basi per un dialogo più aperto volto a favorire la convivenza tra la comunità cinese e la città di Napoli.
E per raggiungere questo scopo, tra gli altri, sono stati invitati a prendere parte al dialogo l'ambasciatore cinese in Italia Ding Wei, il presidente del Consiglio comunale di Napoli Leonardo Impegno, il presidente della camera del Commercio di Napoli Maurizio Maddaloni, il preside della facoltà di lettere dell'Università Cattolica di Milano e gran capo degli Istituti Confucio in Italia Agostino Giovagnoli e il Cardinale Crescenzio Sepe che nel corso del suo intervento ha ricordato come il primo insediamento cinese a Napoli risalga al '600, a testimonianza dell'antico legame che lega i due popoli. Ma l'impegno dello studio legale Picozzi e Morigi non finisce qui e in aiuto dei cinesi in Italia arriva anche la "Guida legale – Lavorare e vivere in Italia" scritta interamente in cinese e registrata presso il Copyright Beureau di Pechino che ha ricevuto il patrocinio speciale dell'Ambasciata cinese e dell'istituto nazionale per il Commercio estero.
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