Roma, 21 ott.- La tassa sulle proprietà immobiliari già annunciata in precedenza dal Consiglio di Stato sarà approvata prima della fine di dicembre. Lo sostiene il China Business Journal, secondo il quale le bozze già presentate al Consiglio di Stato dalle municipalità di Chongqing e di Shanghai e già controfirmate dal ministero delle Finanze, dall'amministrazione statale delle Tassazioni e dal ministero dello Sviluppo Urbano e Rurale, sarebbero un forte segnale che qualcosa è già in moto e che la politica di tassazione degli immobili vedrà presto la luce. Due le proposte in atto per il calcolo della tassa: la prima prevede un'imposizione basata sul prezzo dell'immobile registrato dalle fatture; la seconda consiste invece in un calcolo che tenga conto anche degli eventuali apprezzamenti o deprezzamenti che la proprietà può subire nel corso del tempo, un metodo che molti fiscalisti cinesi sembrano indicare come il più appropriato alle esigenze per le quali viene varata la nuova imposta.
E mentre alcuni analisti hanno già provato a determinare l'aliquota contenuta nel programma pilota di Shanghai – che dovrebbe aggirarsi attorno allo 0,8% – dalla Camera di Commercio del Real Estate cinese il presidente Nie Mesheng fa sapere che il valore non è ancora stato determinato e che "potrebbe raggiungere alti livelli se le misure di sospensione dei prestiti bancari e di aumento dei pagamenti si riveleranno insufficienti a contenere nei prossimi mesi la lievitazione del mercato immobiliare".
Quello della tassa sulla proprietà sarebbe l'ultimo di una serie di provvedimenti adottati da Pechino per cercare di raffreddare il settore immobiliare e mettere un freno al continuo rincaro dei prezzi delle case, che lo scorso aprile ha raggiunto l'apice toccando il +12,8% anno su anno. Da agosto la situazione sembra relativamente più tranquilla, in quanto i prezzi sono cresciuti a ritmi stabili, ma il Dragone continua per la sua strada deciso a ottenere una lenta diminuzione dei costi senza innescare l'esplosione di una bolla speculativa. Negli ultimi mesi Pechino ha ridotto sensibilmente le agevolazioni sui mutui ed aumentato per ben tre volte il coefficiente di riserva obbligatoria delle banche; recentemente, inoltre, gl'istituti di credito sono stati sottoposti a diversi stress test per valutare l'impatto che avrebbero sulle loro attività eventuali crolli dei prezzi degli immobili fino al 60% del valore attuale.
L'ultima stretta è arrivata venti giorni fa, quando il Consiglio di Stato ha annunciato che secondo i nuovi regolamenti gli anticipi da versare per l'acquisto di un immobile saranno innalzati al 30% del valore complessivo. A ciò si aggiunge poi la sospensione di mutui per la terza casa e il limite al numero di abitazioni che un singolo acquirente può rilevare in quelle città in cui i prezzi sono troppo alti, o sono cresciuti troppo velocemente o nelle quali, ancora, l'offerta è troppo bassa.
di Sonia Montrella
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