« Una sede stabile per le eccellenze del made in Italy»
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« Una sede stabile per le eccellenze del made in Italy»

« Una sede stabile per le eccellenze del made in Italy»

Alleanze. Il coordinamento di Fiera Milano
di lettura
di Alfredo Sessa
Il ruolo è quello del direttore di orchestra. Il lavoro da fare è difficile e delicato, raccogliere il contributo di venti regioni italiane in vista dell'Expo di Shanghai, le loro eccellenze, le loro specificità, e trasformarle in sinfonia per colpire l'immaginazione dei cinesi e, perché no, di quella larga fetta di mondo che all'Expo sarà presente. È un lavoro che sarà svolto da Fiera Milano, che nella circostanza avrà la possibilità di mettere in gioco l'esperienza accumulata nel corso di una lunga frequentazione del mercato cinese. Una presenza, quella di Fiera Milano in Cina, che risale al 1995, e che si è arricchita nel tempo con le rassegne organizzate sul grande mercato asiatico in collaborazione con la Fiera di Hannover.
Al centro di tutto, il ruolo del Padiglione Italia, che simboleggia, anche architettonicamente, l'integrazione di elementi diversi. «Il progetto del Padiglione – osserva Michele Perini, presidente di Fiera Milano – è molto bello e molto affascinante. Vorremmo farne una sede permanente, una specie di Palazzo Italia a Shanghai, bisogna prima però discuterne con i cinesi. Sarà l'opportunità per fare conoscere le migliori specialità italiane, compresa la capacità di rispondere alla domanda di prodotti ecologici. Quella che vogliamo dare in occasione di Shanghai 2010 è infatti l'idea di un Paese integrato. Per questo, il ruolo di Fiera Milano è quello di dare un filo logico alla presenza italiana, e non semplicemente di funzionare da collettore della presenza delle regioni alla manifestazione. Ci stiamo lavorando. Alcune regioni ci hanno già affidato i loro progetti, che porteremo al Commissario Generale del Governo per l'Expo di Shanghai 2010, Beniamino Quintieri».
Shanghai 2010 sarà anche il primo test su grande scala per l'economia internazionale del dopo-crisi. Nella metropoli asiatica potrebbe prendere la sua rivincita l'economia reale, quella del manifatturiero che dimostra di esserci, di contare e di investire nel futuro. L'Expo permetterà sicuramente di verificare la ripresa dell'industria mondiale, ma anche la tenuta e lo spessore delle grandi manifestazioni internazionali all'uscita del tunnel del 2008-2009. Con Milano, chiamata a organizzare l'Expo 2015, spettatrice interessata.
I manager cinesi, intanto, non vogliono lasciarsi sfuggire l'occasione di stupire di nuovo il mondo dopo le Olimpiadi di Pechino, e non hanno variato, nonostante lo scossone del 2008-2009, i piani di sviluppo.
«In seguito alla grande crisi – dice Perini – i cinesi non stanno cambiando strategia nei confronti dell'Expo di Shanghai. Non stanno variando il tema della manifestazione (Better City, Better Life, ndr), così come non cambia l'enfasi e non vengono modificati gli investimenti che hanno promesso, e che stanno facendo. Difficile dire se, poi, la partecipazione dei Paesi e delle delegazioni sarà inferiore al previsto. Per quanto riguarda l'Expo 2015, il padiglione Milano darà visibilità alla manifestazione, sarà un fatto percepito e importante, e i Paesi stranieri avranno la possibilità di prenotare spazi e manifestazioni».
L'organizzazione della presenza italiana all'Expo, la continua spola tra Italia e Cina, la dimensione internazionale assunta da Fiera Milano consentono intanto di fare un doppio bilancio: sull'evoluzione dell'industria fieristica da una parte, e del mercato cinese dall'altra. «Le fiere – è il parere del presidente della Spa milanese – non sono più una vetrina, ormai sono filiera, servizio alle imprese, sono diventate molto più marketing oriented. Le aziende che vengono alle fiere ci chiedono allora di essere attivi, di creare contatti, alleanze. Ci chiedono sicuramente gli spazi per esporre, ma anche di stabilire le relazioni, ci chiedono di essere protagonisti di marketing».
«Per quanto riguarda invece il mercato cinese – prosegue Perini – l'industria locale non gioca più solo sui bassi prezzi, ma sta aumentando la capacità di produrre con qualità, e si nota anche una maggiore attenzione nei confronti della tutela della proprietà intellettuale. È comunque sempre complicato lavorare in Cina: la legislazione è diversa e complessa, e bisogna fare i conti con le numerose leggi regionali».
alfredo.sessa@ilsole24ore.com
© RIPRODUZIONE RISERVATA

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I quattro partner
Il Padiglione italiano all'Expo di Shanghai ha 4 partner: due (Permasteelisa e GranitiFiandre) per la realizzazione dell'edificio, Fiera Milano per il coordinamento delle regioni e la Triennale di Milano per il concept e l'allestimento della mostra permanente
Gli impianti
26 fornitori si spartiscono il resto dei lavori. Dell'impiantistica si occuperanno Tecno (ascensori e scale mobili), Climaveneta (condizionamento), Vimar (interruttori), Sispa (antincendio), Gruppo Aturia (pressurizzazione), Elco (pannelli solari), Prysmian (cavi elettrici), Uniflair (refrigerazione) e Labiotest (qualità dell'aria)
I materiali
Di materiali si occupano Italcementi, Mapei, Hilti, Metra e Sika
Gli interni
A seguire gli arredi ci saranno iGuzzini, Faram, Poltrona Frau, Mascagni, Portalp, Cisa, Zucchetti, Matteo Grassi, Ceramica Globo e Ucs
I servizi
Otim seguirà le spedizioni

23/04/2009
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