"SOVRANITA' SPRATLYVIOLATA DA FILIPPINE"
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"SOVRANITA' SPRATLYVIOLATA DA FILIPPINE"

"SOVRANITA' SPRATLY
VIOLATA DA FILIPPINE"

Politica Internazionale
"SOVRANITA' SPRATLYVIOLATA DA FILIPPINE"
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Roma, 20 apr.- Pechino passa al contrattacco e risponde alle accuse  di "rivendicazione territoriale illegale delle isole Spratly" mosse dalle Filippine in sede Onu. All'inizio del mese il governo di Manila aveva fatto appello proprio alle Nazioni Unite per  riportare l'attenzione su quella disputa per la sovranità di parte dell'arcipelago Spratly che dura ormai da più di 40 anni. In particolare, nel dossier recapitato al Palazzo di Vetro si leggeva che "le rivendicazioni territoriali della Cina sulle isole, sulle scogliere, sulle acque adiacenti, sui fondali marini e sul sottosuolo del Mar Cinese Meridionale non trovano alcun fondamento nel diritto internazionale". Ma il Dragone non ci sta e definisce "inaccettabile" l'accusa delle Filippine. In una nota diplomatica inviata qualche giorno fa dalla Cina al segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-Moon si legge che "il governo di Manila ha avviato il processo di invasione delle isole Nansha  - questo il nome cinese dell'arcipelago - già negli anni '70". Prima di allora, sostiene il Dragone, "le Filippine non avevano mai rivendicato quei territori la cui appartenenza alla Cina è provata da una lunga serie di testimonianze storiche e giuridiche". Perciò l'occupazione filippina delle isole e delle scogliere, si legge ancora nella nota, infrange la sovranità della Cina. Per il momento le contestazioni sono state prese in considerazione dalla Commission on the Limits of the Continental Shelf delle Nazioni Unite che avrà il compito di mediare tra le due parti. Si tratta comunque solo dell'ultimo di una lunga serie di episodi che vedono i due Paesi schierati l'uno contro l'altro per il possesso delle Spratly/Nansha. L'ultimo in ordine cronologico risale agli inizi di marzo quando alcuni guardacoste cinesi "disturbarono" un'imbarcazione filippina per l'esplorazione di petrolio che stava operando al largo delle Spratly. Secondo quanto riferito dall'esercito delle Filippine, i guardacoste si erano avvicinati all'imbarcazione ordinando all'equipaggio di lasciare la zona. Immediato l'intervento di Manila che  decise di inviare un aereo a sorvolare il luogo dell'incidente e monitorare la zona. Nonostante l'esplicita richiesta di spiegazioni sulla vicenda da parte del governo delle Filippine, da Pechino non è mai arrivato alcun commento, mentre all'indomani dell'incidente il portavoce dell'ambasciata cinese a Manila Sun Yi si limitò a  sottolineare che "storicamente la Cina esercita la sua sovranità sulle isole Nansha e sulle acque adiacenti". Ma non sono solo il Dragone e le Filippine a rivendicare il controllo di questo arcipelago composto da una trentina di isolotti e una quarantina di piccoli atolli: le Spratly, ricche di petrolio e altre risorse energetiche, sono parzialmente o interamente contese anche da Brunei, Malesia, Taiwan e Vietnam. Nel luglio dell'anno scorso era intervenuta nella controversia anche il segretario di Stato americano Hillary Clinton, sostenendo che "il rispetto del diritto internazionale nel Mar Cinese Meridionale è nell'interesse nazionale degli Stati Uniti d'America". di Sonia Montrella
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