« Scambi a 100 miliardi in 5 anni»
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« Scambi a 100 miliardi in 5 anni»

« Scambi a 100 miliardi in 5 anni»

La visita di Wen Jiabao - LA COOPERAZIONE ROMA-PECHINO
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ROMA
Per il premier Silvio Berlusconi la Cina sarà la più grande economia del mondo, quindi «un fenomeno straordinario di cui dobbiamo approfittare portando l'interscambio a 100 miliardi di dollari entro il 2015». Per il primo ministro cinese, Wen Jiabao, ieri a Roma (dove ha incontrato il capo dello stato Giorgio Napolitano e i presidenti del Senato Renato Schifani e della Camera, Gianfranco Fini), l'Italia resta «il regno delle piccole imprese, paese di tanti Marco Polo le cui aziende che operano in Cina vengono trattate come quelle cinesi».
Tra un complimento e un sorriso tra i due capi di governo, c'è solo da augurarsi che la veste di solennità con cui sono stati firmati ieri 10 accordi commerciali e sette intergovernativi, è stato aperto l'anno della cultura cinese in Italia e si sono celebrati i 40 anni dallo stabilimento delle relazioni diplomatiche, abbiano spazzato via per sempre ogni residua diffidenza e paura sulla presunta aggressività commerciale cinese alimentata fino a pochi anni fa dalla Lega e soprattutto dal ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, il più attivo in tal senso.
Il premier cinese, che ha tuttavia scelto l'Italia come tappa finale del suo giro europeo, ha glissato sull'argomento ma è stato Berlusconi a dover ammettere che «in passato abbiamo guardato sempre con un certo timore alla Cina per la sua capacità di presenza nei nostri mercati come concorrente delle nostre imprese». Ora sarà per la forbice sempre più larga tra i differenziali di crescita economica tra Ue e Cina (e ancora di più tra Roma e Pechino) la musica è cambiata. E tutte improntate all'ottimismo sono state ieri le dichiarazioni dei rappresentanti del governo italiano che hanno firmato accordi di collaborazione con i ministri cinesi: Paolo Romani, neoministro dello Sviluppo economico, Angelino Alfano della Giustizia (per estradizione e assistenza giudiziaria), Renato Brunetta dell'Innovazione, Stefania Prestigiacomo dell'Ambiente e Sandro Bondi dei Beni culturali. Ma è sul miglioramento dell'interscambio (oggi 40 miliardi di dollari) che Berlusconi si è dato gli obiettivi più ambiziosi. «Ritengo il traguardo di 100 miliardi di dollari nei prossimi cinque anni possibile, anzi superabile. È per questo - ha aggiunto Berlusconi – che quando Wen ha detto 80 miliardi mi sono permesso di dire 100 perché sappiamo che in tutte le cose della vita, come a scuola, se tu ti poni il traguardo del 6 prendi 5, se vuoi l'8 ti danno 7, quindi per avere 8 devi puntare a 10. Quindi noi fissiamo il traguardo di 100 miliardi per arrivare a 120».
Il premier cinese, Wen Jiabao, ha assicurato che le imprese italiane che investono in Cina godranno di un «trattamento nazionale», dal punto di vista del trattamento fiscale e della partecipazione a gare d'appalto. Wen ha espresso ammirazione per i tanti "Marco Polo" italiani, per la creatività delle nostre imprese che in alcuni campi manifestano «superiorità» come nella tutela dell'ambiente e nel design. Wen ha sottolineato il ruolo delle piccole imprese di cui l'Italia «è il regno» e ha invitato l'Italia ad investire in Cina assicurando che sulla proprietà intellettuale il suo governo si impegnerà ancora di più.
Gli apprezzamenti di Berlusconi a Wen, alla guida di un Paese che che si avvia ad essere la più forte economia mondiale, hanno riguardato anche il ruolo in politica internazionale della Cina che segue il principio della «saggezza e armonia». «Pechino - ha aggiunto Berlusconi – è presente in tutti i tavoli internazionali con la volontà positiva di sedare i contrasti e risolvere le soluzioni dando un contributo di saggezza». Il premier italiano si è spinto a paragonare i governi dei due Paesi. «Come noi – ha osservato Berlusconi – i governanti cinesi sono fautori della politica del fare, dell'affrontare e risolvere i problemi concreti più che irrigidirsi su questioni di principio».
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Sette accordi governativi
Accanto ai dieci accordi commerciali fra i risultati della bilaterale Italia-Cina di ieri ci sono anche sette accordi intergovernativi
Un trattato di estradizione e un trattato di assistenza giudiziaria penale che riguardano entrambi i ministeri della Giustizia italiano e cinese
Un memorandum sul rafforzamento delle cooperazioni economiche tra il ministero cinese del Commercio e il ministero italiano dello Sviluppo economico
Un accordo quadro su cooperazione e innovazione tra il ministero della Scienza e della Tecnologia di Pechino e il ministero italiano della Pa e dell'Innovazione
Firma su un progetto per il trasporto sostenibile fra il ministero della Scienza cinese e il ministero dell'Ambiente
Intesa fra il ministero della Pubblica istruzione e l'omologo cinese su istruzione e gestione del patrimonio culturale

08/10/2010
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