"PIENA CONVERTIBILITA' YUAN NEL 2015"
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"PIENA CONVERTIBILITA' YUAN NEL 2015"

"PIENA CONVERTIBILITA' YUAN NEL 2015"

Economia
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Pechino, 8 set.- La piena convertibilità dello yuan? Arriverà nel 2015. Lo sostiene il presidente della Camera di Commercio dell'Unione europea in Cina Davide Cucino, che cita fonti dell'amministrazione cinese.
"Il processo graduale verso la piena convertibilità dello yuan ci è stato illustrato nel corso di un incontro coi funzionari cinesi - ha detto Cucino ai reporter - e la data fissata è il 2015". Il presidente della Camera di Commercio dell'Ue ha mantenuto la riservatezza sul ruolo ricoperto dai dirigenti che hanno presentato il piano.
Una valuta il cui valore viene stabilito attraverso le regole di mercato costituirebbe uno dei cambiamenti più importanti da quando la Cina ha abbracciato la libera impresa, tre decenni fa. Se la tabella di marcia prevede come obiettivo finale il 2015, inoltre, Pechino potrebbe respingere le continue critiche di Washington e Bruxelles.
Attualmente, lo yuan-renminbi non è una moneta convertibile: la Banca Centrale fissa un tasso di riferimento e limita le perdite o i guadagni all'interno di una banda di oscillazione che si situa allo 0.5% rispetto a tale livello.  La Cina, inoltre, limita anche la conversione ai fini di investimento, e ha ammassato le sue immense riserve in valuta estera - stimate in 3200 miliardi di dollari - anche attraverso la vendita continua di yuan, disposta per evitarne un eccessivo apprezzamento. Le polemiche che circondano lo yuan si sono intensificate dopo lo scoppio della crisi finanziaria globale: Washington, in particolare, accusa sistematicamente Pechino di mantenere artificialmente basso il valore della sua moneta per aggiudicarsi un vantaggio sleale negli scambi con l'estero. Nel giugno dello scorso anno la Cina ha sospeso l'ancoraggio di fatto al dollaro che era stato inaugurato proprio poco dopo lo scoppio della crisi, e da allora lo yuan si è costantemente apprezzato sul dollaro, anche se ben al di sotto della percentuale sperata dagli americani. Secondo Pechino, infatti, la ragione dell'immenso squilibrio nella bilancia commerciale tra USA e Cina, che pende tutto a favore di quest'ultima, va rintracciato nel blocco esercitato sulla vendita di tecnologia americana, e non nel tasso di cambio dello yuan.
La scadenza del 2015 rappresenta anche una tabella di marcia a un ritmo molto più veloce rispetto a quello indicato nel Dodicesimo Piano Quinquennale (2011-2015), pubblicato a marzo, dove si leggeva che la Cina punta a "realizzare la piena convertibilità dello yuan gradualmente".
Il primo agosto scorso la Banca centrale di Pechino aveva diffuso un comunicato nel quale affermava che il tasso di cambio dello yuan-renminbi sarebbe stato gestito "più attivamente, in rapporto a un paniere di diverse e non in raffronto al solo dollaro. Siamo intenzionati a consentire alle forze di mercato di giocare un ruolo più ampio".
di Antonio Talia
© Riproduzione riservata
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