« La Cina corre, bisogna esserci»
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« La Cina corre, bisogna esserci»

« La Cina corre, bisogna esserci»

Siderurgia. Via al maxi-impianto Marcegaglia da 150 milioni a Yangzhou: produrrà tubi in acciaio inossidabile e al carbonio
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YANGZHOU. Dal nostro inviato
La militanza sindacale nell'Alleanza Contadina, l'impegno politico come sindaco indipendente di Gazoldo degli Ippoliti, i primi passi nel business della siderurgia.
Steno Marcegaglia apre il libro dei ricordi per raccontare ai cinesi la sua parabola imprenditoriale e illustrare la sua visione di "impresa sociale" frutto della miscela magica di ambizione, impegno, tenacia e famiglia. «Ecco il segreto del nostro successo, ecco come siamo arrivati fin qui», ha spiegato il presidente e fondatore del gruppo Marcegaglia, ieri durante la cerimonia d'inaugurazione del primo impianto della società siderurgica mantovana in Cina.
Una storia lontana oltre mezzo secolo, che evoca il ricordo in bianco e nero di una Pianura Padana povera ma laboriosa, dove le speranze, lo spirito di sacrificio, il desiderio di riscatto erano gli stessi che animano i contadini che oggi vivono nei villaggi circondati dai prati di colza a pochi chilometri da Yangzhou, la città del Jiangsu dove il gruppo Marcegaglia ha realizzato il più grosso investimento industriale italiano in Cina dell'ultimo decennio.
«Forse un po' di anni fa, quando iniziammo a comprare massicciamente acciaio dalla Cina, le similitudini con l'Italia della mia giovinezza erano maggiori di oggi - spiega Steno Marcegaglia -. D'altronde, questo è una paese che corre veloce, e lo dimostra il fatto che oggi la Cina produce qualcosa come 700 milioni di tonnellate d'acciaio l'anno, vale a dire il 47% dell'intera produzione mondiale».
Ma la Cina, aggiunge il patron del gruppo siderurgico mantovano, «è diventata anche un grande mercato sul quale un gruppo come il nostro, leader mondiale nella trasformazione dell'acciaio, deve essere presente». Così, dopo un lungo periodo di studio, è partita la scommessa della società italiana oltre la Grande Muraglia.
Una scommessa, ha detto Antonio Marcegaglia, amministratore delegato del gruppo (con la sorella Emma che è anche presidente di Confindustria), «che ha caratteristiche miracolose».
Miracoloso per i tempi di realizzazione, «perché il progetto è stato concepito nel 2008 e la costruzione dello stabilimento ha richiesto solo 11 mesi di lavoro: nella nostra storia non avevamo mai realizzato un impianto così grande in un colpo solo», ha spiegato Antonio Marcegaglia.
Miracoloso per i numeri che lo caratterizzano: 150 milioni di euro di investimenti fissi più 50 milioni di capitale circolante; 714mila metri quadrati di superficie complessiva (di cui un quarto coperti); una produzione annua di oltre 400mila tonnellate di tubi in acciaio inossidabile e al carbonio di alta qualità; un fatturato complessivo di 500 milioni di euro.
Quando le linee di produzione andranno a regime, tra circa un anno, l'impianto di Yangzhou sfornerà 200mila tonnellate di saldati, 100mila di trafilati a freddo, 70mila di inox e 30mila di tubi di refrigerazione e altri destinati all'industria dell'automotive, della meccanica di precisione, dell'energia e dell'idraulica. La produzione sarà destinata per il 60% al mercato cinese, mentre il resto verrà esportato in altri paesi dell'Estremo Oriente.
Miracoloso per l'ambizione, perché «questo impianto - ha sottolineato Antonio Marcegaglia - sfornerà solo prodotti complessi ad alta tecnologia destinati alla nostra clientela cinese, che negli ultimi anni è diventata la principale consumatrice di tubi di alta qualità del mondo, e a quella di altri paesi asiatici».
Miracoloso, ha aggiunto l'amministratore delegato del gruppo siderurgico mantovano, per la quantità di risorse umane coinvolte nella Wholly Owned Foreign Enterprises (azienda a capitale interamente straniero) del gruppo Marcegaglia in Cina. «Se il nostro progetto non fosse stato accolto con entusiasmo dalle autorità locali di Yangzhou, e non avesse ricevuto il supporto dei lavoratori, dei tecnici, delle banche, dell'Ambasciata italiana, oggi non saremmo qui a tagliare i nastri di questo fantastico stabilimento», ha concluso Antonio Marcegaglia.
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L'identikit

1 L'INVESTIMENTO

150 milioni

La realizzazione dello stabilimento di Yangzhou, in Cina, ha comportato per il gruppo Marcegaglia un investimento fisso di 150 milioni di euro. Un impegno al quale si devono aggiungere anche altri 50 milioni di euro di capitale circolante

2 LA SUPERFICIE

714 mila mq
Lo stabilimento cinese del gruppo Marcegaglia ha un'estensione complessiva superiore ai 700mila metri quadrati. Di questi, circa un quarto del totale è rappresentato dalla parte coperta. Si tratta del più grande investimento industriale italiano nell'ultimo decennio

3 LA PRODUZIONE ANNUA

400 mila ton

Una volta che la produzione dello stabilimento sarà a regime, l'impianto sarà in grado di realizzare oltre 400mila tonnellate annue di tubi in acciaio inossidabile e al carbonio di alta qualità

4 PER IL MERCATO CINESE

60%

Nel dettaglio la produzione dello stabilimento comprenderà 200mila tonnellate circa di tubi saldati, 100mila di trafilati a freddo, 70mila di inox e 30mila di tubi di refrigerazione. Il mercato cinese assorbirà il 60% della produzione

5 IL FATTURATO

500 milioni
L'impianto che il gruppo Marcegaglia ha realizzato a Yangzhou, città della regione dello Jiangsu, a regime dovrebbe generare un fatturato complessivo nell'ordine dei 500 milioni di euro

6 REALIZZAZIONE

11 mesi

Il progetto dello stabilimento è stato concepito nel 2008. Ma per la realizzazione vera e propria dell'impianto sono stati sufficienti appena undici mesi. Tempistiche difficilmente immaginabili altrove, a parità di dimensioni

20/04/2011
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