« Il ddl Romani censura il web, un precedente per la Cina»
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« Il ddl Romani censura il web, un precedente per la Cina»

« Il ddl Romani censura il web, un precedente per la Cina»

Il dispaccio Usa
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La legge sul web voluta dal governo italiano (la cosiddetta legge Romani) «sembra essere scritta per dare all'esecutivo margine di manovra per bloccare o censurare i contenuti internet»: lo si legge in un dispaccio siglato dall'ambasciatore Usa a Roma, David Thorne, il 3 febbraio 2010 e pubblicato da uno dei media partner di Wikileaks, El Pais.
«Questa legge rappresenterebbe un precedente per nazioni come la Cina che copierebbero o citerebbero questa "giustificazione" per il giro di vite sulla libertà di parola» si legge nel documento pubblicato dal quotidiano spagnolo. Nel dispaccio Thorne afferma anche che - secondo quanto riferitogli da dirigenti Sky - Romani, oggi ministro dello Sviluppo, avrebbe rappresentato un modello familiare, quello di Berlusconi e Mediaset, a scapito del concorrente Sky: la legge sul web «favorirà le imprese di Silvio Berlusconi nei confronti dei competitor».
Inoltre secondo un "cable" dell'ambasciata Usa a Roma per il direttore delle relazioni istituzionali di Confindustria per i Servizi innovativi e tecnologici, Antonello Busetto, «se approvata, la legge Romani rappresenterebbe la morte di internet in Italia».
E intanto emerge anche una precisazione di Romano Prodi a proposito di South Stream, dopo che il premier Silvio Berlusconi aveva detto che a firmare l'intesa era stato Prodi: «Sia chiaro che durante il mio governo l'Eni ha firmato per rifornimenti che erano indispensabili all'Europa dopo la crisi ucraina, su cui tutti erano d'accordo e non c'era nessun intermediario, nessun Mentasti vicino a me: quindi una cosa è fare l'interesse del paese, una cosa è fare altre cose».

14/12/2010
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