Non è che tutti i dati ufficiali siano da buttare via: semplicemente, sarebbe meglio rivederli. E di parecchio. Ecco il senso dell'articolo di Xu Xianchun, uno dei principali rappresentanti dell'Ufficio Nazionale di Statistica, l'organo preposto dal governo di Pechino a dettare le stime sullo stato di salute dell'economia del paese. Nell'articolo, Xu spiega che per avere un quadro completo del Pil cinese non è sufficiente sommare gli indicatori mensili di investimento e spesa. "Una delle voci più difficili da quantificare è quella del consumo delle famiglie –scrive Xu- che in Cina viene abitualmente misurato tramite la vendita al dettaglio mensile". I dati sulla vendita al dettaglio dei primi tre mesi del 2009 mostrano un +15% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso, che l'Ufficio Nazionale Statistica ha rivisto al +15.9% a causa dell'abbassamento dei prezzi: in pratica, queste statistiche indicano un sorprendente aumento –sostenuto dal settore automobilistico e da quello immobiliare- proprio nel bel mezzo della peggiore crisi che abbia colpito la Cina negli ultimi 20 anni. Molti osservatori indipendenti sostengono da tempo che le vendite al dettaglio non forniscano un quadro affidabile dei consumi delle famiglie cinesi. La presa di posizione di Xu è abbastanza audace: l'analista di stato sottolinea che i numeri ufficiali sulle vendite al dettaglio includono fattori che non possono essere considerati come spese dei consumatori. I più importanti sono le vendite al dettaglio a compagnie e istituzioni che, ovviamente, non sono affatto consumatori, e le vendite di materiali per l'edilizia, che dovrebbero essere invece conteggiate tra gli investimenti. "Utilizzare le stime sulle spese urbane e rurali anziché quelle sulle vendite al dettaglio ci fornirebbe un quadro molto più accurato di quello valutato basandosi sulle vendite al dettaglio" scrive diplomaticamente Xu. Facendo così, in effetti, i consumi delle famiglie si attestano a un +9.6% nelle aree urbane e a un +9.3% nelle aree rurali, mostrando un lieve miglioramento rispetto agli ultimi mesi del 2008, ma anche un notevole rallentamento in confronto all'inizio dell'anno scorso, quando peraltro i prezzi del settore alimentare erano sensibilmente aumentati. "Le stime preliminari di quella componente del Pil che sono i consumi delle famiglie è sicuramente inferiore al 9% nel primo trimestre" conclude Xu Xianchun, che sfortunatamente però non spiega come fare paragoni con i trimestri precedenti, rendendo estremamente difficile capire quanto e come sia cambiato questo indicatore nel corso del tempo. Anche se Xu è uno dei principali uomini dell'Ufficio Nazionale di Statistica, l'articolo è stato pubblicato con l'avvertenza che si tratta delle sue opinioni personali e non della linea ufficiale dell'amministrazione. La sua mossa va inquadrata nelle recenti raccomandazioni che il governo ha rivolto all'ufficio, esortandolo a fornire statistiche utili a prendere decisioni rapide e accurate in tempi di crisi. Xu Xianchun è uscito dal coro: quanti altri lo seguiranno?