Pechino, 3 feb.- A partire dal 2007 Cina e Stati Uniti hanno ingaggiato una serie di schermaglie per la supremazia nel campo delle tecnologie aerospaziali: è l'ultima rivelazione di Wikileaks tratta dai cables dell'Ambasciata americana a Pechino, pubblicati oggi dal quotidiano britannico The Telegraph. Secondo i documenti tutto ha inizio nel gennaio 2007, quando Pechino abbatte un proprio satellite e dimostra così di essere in possesso di una tecnologia che potrebbe essere potenzialmente rivolta contro satelliti messi in orbita da altre nazioni.
Esercitazioni precedenti condotte nel 2005 e nel 2006 non avevano ottenuto gli effetti sperati, ma l'abbattimento dell'FY-1C suscita la disapprovazione quasi unanime da parte di diversi paesi, tra i quali Giappone, Russia, Gran Bretagna e USA. Adesso, sappiamo che gli Stati Uniti non si limitarono alla condanna verbale: se la Cina giustificò l'operazione sostenendo che il satellite era mal funzionante, nel febbraio del 2008 Washington abbatté un proprio satellite adducendo spiegazioni simili. Un telegramma riservato inviato dall'Ambasciata USA a Pechino il giorno dopo l'operazione mostra come la Cina non abbia affatto creduto alla versione americana: "Teng Jianqun, vice segretario del Dipartimento Cinese per il Controllo Militare e il Disarmo ha definito 'non necessario' l'abbattimento - si legge nella nota - e sostiene che si tratti semplicemente di un'opportunità per l'America di mettere alla prova il proprio sistema missilistico, e mostrare che non si tratta esclusivamente di un sistema di difesa".
Allo sfoggio di muscoli di Pechino, insomma, Washington avrebbe risposto con la stessa moneta. Un altro documento risalente al mese precedente, gennaio, mostra come i funzionari che lavoravano per l'allora Segretario di Stato Condoleezza Rice avessero messo in guardia la Cina dal replicare l'operazione, ventilando la possibilità di ritorsioni: "L'attacco cinese a un satellite attraverso un'arma montata su un missile balistico minaccia i sistemi spaziali che gli Stati Uniti e altre nazioni hanno sviluppato per motivi commerciali e di sicurezza - riporta il documento - e distruggere satelliti mette a repentaglio la sicurezza della gente. Ogni deliberata interferenza nei sistemi spaziali americani sarà interpretata dagli Stati Uniti come un'escalation che potrebbe condurre a una crisi o ad un conflitto".
L'escalation è proseguita anche con l'amministrazione Obama, tanto a parole che a colpi di esercitazioni: un altro cablogramma, sempre spedito dall'Ambasciata americana a Pechino, svela tutto il disappunto del Dragone per un "sistema laser aereo" che Washington starebbe sviluppando, e che potrebbe "colpire un missile in fase di lancio sul territorio cinese"; la Cina, inoltre, si dice "preoccupata" per un programma d'installazione di radar di difesa che gli americani starebbero avviando in Giappone. L'ultimo cable sulla vicenda risale al gennaio 2010, circa un anno fa: "La Cina ha condotto con successo un test per abbattere un missile CSS-X-11 con un missile SC-19 a 150 miglia d'altezza - scrive l'anonimo attaché americano a Pechino -, un'azione che consideriamo in tutto e per tutto alla stregua di un test anti-satellite. Il Segretario di Stato Hillary Clinton condivide la linea della precedente amministrazione sulle operazioni cinesi e precisa che le obiezioni espresse nel 2007 e nel 2008 sono tuttora valide".
di Antonio Talia
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