"EXPO MARKETING"
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"EXPO MARKETING"
Shanghai, 11 mag. – Biglietti in vendita anche presso supermercati, minimarket e biglietterie ferroviarie e pranzi più economici: questo il binomio cui si affidano le autorità cittadine per ravvivare l'interesse nei confronti dell'Expo. A dieci giorni dall'apertura della manifestazione, il numero dei visitatori si attesta appena a 1.56milioni e il magro risultato – inferiore del 40% rispetto alle aspettative – preoccupa gli organizzatori e li sollecita a prendere delle contromisure che incentivino le visite al parco. Nonostante i responsabili assicurino che il numero dei biglietti già venduti ammonti a 33milioni, e che altre 7milioni di visite saranno garantite grazie ai biglietti-omaggio che la municipalità di Shanghai offrirà ad ogni nucleo familiare (1 biglietto, più 200yuan a copertura delle spese di trasporto, sarà consegnato a partire dal 15 maggio ad ogni famiglia tramite i comitati di quartiere), l'ambìto traguardo dei 70milioni di visitatori appare ancora lontano, se non irraggiungibile. Ed ecco quindi che scattano le misure riparatrici. In dettaglio, oltre che nei punti vendita 'tradizionali', i biglietti potranno essere acquistati anche presso i supermercati Lianhua e Hualian e altre quattro catene di minimarket (tra cui Alldays e Lawson), nelle biglietterie ferroviarie e addirittura all'interno dei treni espressi che arrivano in città. L'efficacia dell'iniziativa rimane però dubbia: il problema infatti non sarebbe logistico bensì economico. Come ha spiegato un funzionario del governo vicino agli organizzatori dell'Expo, le autorità avrebbero sovrastimato la capacità di spesa delle famiglie: "i biglietti sono troppo costosi per la maggior parte della popolazione; in molti hanno chiesto di abbassare il prezzo, ma ciò non è possibile poiché il costo non può essere modificato senza il permesso del Bureau of International Exposition (BIE), con cui era stato originariamente concordato". Secondo un'indagine risalente al 2008 e limitata alla sola città di Shanghai, le entrate mensilmente disponibili pro capite risultavano pari a 2.200 yuan: con questo budget il costo di un biglietto – pari a 160 yuan nei giorni normali e 200 yuan nelle giornate di punta – incide notevolmente.  Sempre nel tentativo di aumentare le visite, le autorità organizzatrici hanno inoltre provveduto a diminuire il costo minimo di un pranzo (che è così passato da 45 a 38 yuan) nei punti di ristoro all'interno delle strutture. Per farlo, è stata abbassata la commissione richiesta alle compagnie di ristorazione presenti (dall'8 al 3%) e si è consentito loro l'approvvigionamento presso autonomi fornitori, diversamente da quanto avveniva in precedenza. "La sicurezza alimentare degli alimenti non è messa in pericolo; ogni rifornimento sarà controllato congiuntamente dai responsabili Expo e dall'autorità per la sicurezza alimentare cittadina" ha puntualizzato Lin Shengyong, direttore dell'Amministrazione Commerciale e del Dipartimento dei Servizi dell'Expo, nel corso di una conferenza stampa. In cantiere vi sarebbero infine altre due proposte: tagli alle tasse per elettricità e acqua pagate dai ristoranti e più attività di intrattenimento per i visitatori. Con un costo ufficiale di 4.2 miliardi di dollari - il doppio delle Olimpiadi di Pechino - che però schizzerebbe a 58 miliardi di dollari conteggiando anche gli investimenti in infrastrutture non direttamente collegati all'Esposizione, è naturale che le autorità si stiano facendo i conti in tasca.
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