"DUE SESSIONI" AI NASTRI DI PARTENZA

Pechino, 3 mar.- A Pechino vanno in scena da oggi i due appuntamenti più importanti dell'agenda politica cinese: si sono aperti questa mattina i lavori della Conferenza Politica Consultiva, la prima delle "Due Sessioni", cui si aggiungerà a partire da sabato il meeting dell'Assemblea Nazionale del Popolo. Migliaia di delegati sono arrivati da tutta la Cina per ascoltare il rapporto annuale del governo e proporre eventuali modifiche: se la Conferenza, infatti, ha mere funzioni consultive, l'Assemblea - che rappresenta quanto di più vicino ad un parlamento esista nel sistema cinese - può dibattere le leggi proposte dal potere esecutivo e suggerire aggiustamenti.
Ma l'appuntamento di quest'anno è particolarmente importante per almeno due ragioni: nelle due settimane di incontri si dovrà discutere del Dodicesimo Piano Quinquennale, che traccerà la linea della politica cinese dal 2011 al 2015. Presentato alla fine dello scorso anno, il Piano necessità dell'approvazione - storicamente mai venuta meno - delle "Due Sessioni". Nel 2012, inoltre, l'attuale amministrazione Hu Jintao-Wen Jiabao passerà il timone della nazione a una nuova generazione di leader del Partito Comunista Cinese.
Quali saranno gli argomenti delle due sessioni? La parola d'ordine sembra "xingfu", "felicità": da settimane il quotidiano del Partito, il People's Daily, pubblica editoriali che raccontano come "innalzare l'indice di felicità" della popolazione costituisca l'obiettivo sul quale i funzionari hanno raggiunto "il massimo consenso". Come si aumenta l'"indice-xingfu"? Il People's Daily non ha dubbi: felicità è "un portafogli più gonfio", assicurarsi che ogni cinese abbia un lavoro e una casa, sostenuti da un welfare migliore. E mentre ambiziosi leader locali che tentano la scalata al vertice, come Wang Yang dalla ricca provincia del Guangdong e Bo Xilai dalla megalopoli di Chongqing, promettono di rendere le loro province "le più felici di tutta la Cina", nella chat con i cittadini di domenica scorsa il premier Wen Jiabao ha fissato al 7% l'obiettivo crescita per il 2011-2015, sostenendo che una crescita più moderata rispetto ai ritmi forsennati ritmi degli ultimi anni permetterà una più equa redistribuzione della ricchezza (questo articolo). Questo elemento riassume uno dei punti focali del Dodicesimo Piano Quinquennale: il governo punta a cambiare il modello di sviluppo cinese, passando da un'economia basata sulle esportazioni e sugli investimenti a un sistema maggiormente concentrato sui consumi interni (questo dossier).
L'evoluzione del sistema industriale rappresenta il secondo grande tema: attraverso investimenti (1500 miliardi di dollari, secondo alcune fonti) in sette settori strategici (manifatturiero hi-tech, information technology, energie alternative, nuovi materiali, medicina e biotecnologie, trasporti sostenibili), la leadership di Pechino mira a consolidare l'economia e innalzare il livello della produzione. Ma non si discuterà solo di questo: argomenti come l'inflazione galoppante, i prezzi delle case alle stelle, la riforma del tasso di cambio e del sistema finanziario, l'occupazione e la lotta alla corruzione costituiscono il resto dell'agenda.
Xingfu, felicità, sarà lo slogan e il mantra delle prossime due settimane: ma un sondaggio pubblicato oggi dal quotidiano di stato China Daily, giusto a ridosso dell'avvio delle "Due Sessioni", mostra come su una campione di 1350 cinesi intervistati solo il 6% si definisca "felice", anche se il 36% riconosce che le sue condizioni di vita sono migliorate negli ultimi cinque anni e il 40% sostiene, in accordo con gli editoriali del giornale-fratello Peoples' Daily, che la ricchezza sostituisce un ottimo misuratore della felicità. Per due settimane Pechino ospiterà il più grande raduno politico del mondo e la leadership non tollererà i guastafeste: le misure di sicurezza, già tradizionalmente severe in questo periodo, sono state ulteriormente aumentate dopo i misteriosi appelli via web di due settimane fa che incitavano a una "Rivoluzione dei Gelsomini" sulla falsariga di quelle avviate in Maghreb (questo articolo). Impossibile dire al momento se gli assembramenti delle ultime due domeniche a Pechino e Shanghai fossero composti da oppositori o da semplici passanti, dato che gli inviti anonimi raccomandavano di non protestare direttamente e limitarsi a "fare una passeggiata" per esprimere il dissenso. Ma di sicuro, l'imponente spiegamento di polizia messo in campo in questi giorni per le vie della capitale non consentirà alterazioni dell'"indice-xingfu".
di Antonio Talia
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