« Cindia, il dividendo è demografico»
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« Cindia, il dividendo è demografico»

« Cindia, il dividendo è demografico»

INTERVISTA Jason Pidcock
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«In Asia i Paesi chiave, anche per le possibilità di sviluppare una maggiore crescita interna, restano Cina e India», dice Jason Pidcock, gestore del fondo Bny Mellon Asian Equity fund (gruppo Bny Mellon Am). «Si tratta – spiega – di economie relativamente chiuse che saranno in grado di esprimere una crescente domanda interna nel medio e lungo termine».
Un elemento competitivo niente male rispetto ad altri emerging markets...
Infatti. Le nazioni con una domanda interna forte dovrebbero essere in grado di riprendersi prima e più rapidamente, quando riemergeremo da questa recessione globale.
Ma procediamo con ordine. Quali sono i plus dell'India?
Per il momento si avvantaggia di un "dividendo demografico", che sarà un potente motore della crescita futura: l'India, che non è soggetta alla politica del figlio unico come in Cina, vive una forte espansione demografica che in qualche anno la porterà ad avere più abitanti della Cina. Inoltre il reddito dei suoi 800 milioni di lavoratori agricoli dovrebbe essere relativamente al riparo dal credit crunch. Anzi, potrebbe ulteriormente incrementarsi grazie a raccolti agricoli maggiori.
Solo notizie positive...
No, esistono anche criticità. L'ostacolo maggiore che l'India incontra nel sostenere la crescita interna è la sua debole posizione fiscale. Le stime dicono che quest'anno il suo deficit fiscale supererà il 10% del Prodotto interno lordo.
Quindi?
Quindi l'India – anche se ha fatto programmi di spesa per favorire l'impiego nelle zone agricole, facilitare la cancellazione dei debiti dei piccoli coltivatori e avviare grandi investimenti in infrastrutture – potrebbe anche non riuscire a concretizzare questi piani. Mentre la Cina, pur con una previsione di deficit quest'anno, ha ampi margini per misure fiscali espansive.
Ma la Cina sembra destinata a soffrire per il calo della domanda internazionale...
Ovviamente sentirà in misura maggiore il peso del rallentamento della sua domanda esterna, tenuto conto del grande contributo delle esportazioni al Pil cinese. Però la Cina potrà far fronte grazie al suo alto tasso di risparmio interno e ai livelli più bassi di rapporto tra debito e prodotto interno lordo.
Nel Far East asiatico quali sono gli altri Paesi che sembrano più "attrezzati" per passare da un modello di sviluppo basato sull'export a uno centrato sulla domanda interna?
Il prossimo gruppo di nazioni che – secondo questo approccio – dovrebbero balzare all'attenzione degli strategist comprende Filippine, Malesia, Thailandia e probabilmente, Vietnam e altri Paesi dell'Indocina come Cambogia e Laos. Queste nazioni dovrebbero essere in grado di stimolare la domanda interna fino a controbilanciare la dipendenza dalla domanda di esportazioni (sproporzionatamente alta) più rapidamente dei Paesi confinanti come Corea del Sud, Taiwan, Hong Kong e Singapore.
Al. R.

16/03/2009
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