### Cina: svolta nel partito, il prossimo segretario sara' un primus inter pares - TACCUINO DA SHANGHAI


di Alberto Forchielli *

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 23 gen - Un'animata
campagna elettorale e' in corso per stabilire la nuova
presidenza il prossimo Novembre. Non ha luogo negli Stati
Uniti, ma in Cina; non si articola in lunghe e costose
primarie, ma in trattative riservate. La consuetudine
mandarina di decidere i destini del paese a Beidaihe non si
e' arenata. Nella localita' costiera vicino alla capitale, e'
tradizione per la nomenklatura discutere e scegliere durante
i periodi di vacanze, lontano dalle tensioni pechinesi. La
consuetudine non potrebbe essere piu' appropriata per la
prossima scadenza autunnale: il XVIII Congresso del Pcc che
scegliera' i prossimi Segretario Generale (che assume anche
la Presidenza della Repubblica) ed il Primo Ministro. Al
contrario della corsa alla Casa Bianca, l'esito dell'assise
cinese e' scontato. Salvo sorprese molto improbabili, Xi
Jinping e Li Keqiang occuperanno le due posizioni. Il
trampolino per loro e' stato gia' assegnato dal protocollo di
partito e dalle rispettive posizioni correnti di vice
presidente e vice premier. Ciononostante il paese assiste ad
un'inedita campagna elettorale, svolta in realta' tra l'alta
dirigenza ma seguita correntemente dai cittadini e dagli
analisti. E' quella che riguarda la composizione dei membri
permanenti dell'Ufficio Politico del Comitato Centrale che
uscira' dal XVIII Congresso e successivamente dei nove membri
dello Standing Committee del Politburo. La liturgia ed il
lessico non sono cambiati dai tempi di Mao Ze Dong: saranno
le battaglie politiche interne a selezionare i nove uomini
piu' potenti della Cina. L'operazione e' di estrema importanza
per due motivi principali: bilancera' i poteri del prossimo
segretario e fornira' un'indicazione degli interessi
prevalenti nel paese. Dopo la repressione di Piazza Tian An
Men, la stabilita' e' stata la priorita' indiscutibile. L'ha
garantita la collegialita' della direzione politica. Da
questo metodo, il Segretario del PCC, sebbene ancora la
persona piu' potente della Cina, risulta depotenziato, perche'
acclamato da una mediazione, un primus inter pares al quale
viene delegato il compito di attuare al meglio una politica
decisa congiuntamente. Vengono consegnate alla storia le
lotte di fazione, le battaglie cruente, dove i vincitori
piegavano ed umiliavano gli sconfitti. Nel passato, era
consuetudine che il Segretario uscente designasse il
successore; Mao designo' Hua Huo Feng, quindi Deng designo'
addirittura due successori in sequenza: Jiang Zemin e
l'attuale presidente Hu Jintao. Quest'anno, per la prima
volta il leader e' frutto di incroci ideologici e compromessi
politici, il candidato migliore per un percorso comune.
Risulta dunque evidente l'importanza dell'Ufficio Politico.
Il suo ruolo e' analogo a quello degli azionisti
dell'organizzazione. Essi incarnano i suoi diversi affluenti
e la loro nomina e' in grado di decidere gli equilibri. La
numerosita' dei contendenti si spiega con la numerosita' dei
gruppi sociali e con la pluralita' delle opzioni. E' lontano
il ricordo della "lotta tra le due linee", quella
revisionista e quella rivoluzionaria. Ora gli argomenti sul
tappeto sono forse piu' prosaici ma sicuramente piu'
complessi. Bisognera' conciliare tra aspetti strategici per
il paese: il ruolo delle aziende di stato, la bolla
immobiliare, il valore del renminbi, l'autonomia delle
amministrazioni locali, l'aumento dei consumi, la riforma
del welfare, le diseguaglianze tra lavoratori immigrati e
non, tra l'Est e l'Ovest della Cina. Ogni componente del PCC
rappresenta istanze importanti, da valutare e sciogliere
nell'interesse generale. Nella complessita', due posizioni
emergono: il gruppo degli "elitisti" e dei "populisti"
(quest'ultimo sostantivo intende non il rifiuto della
politica ma l'attenzione alle richieste della popolazione).
I primi rivendicano il ruolo del partito e sono poco inclini
ad aperture partecipative. Per loro il governo e' un dovere
piu' che un privilegio; ritengono l'economia il bastione di
sicurezza per la societa', difendono le aziende di stato,
sono nazionalisti in politica estera, ma molto inclini alla
modernizzazione ed all'apertura economico-finanziaria del
paese. All'interno di questo gruppo, una frazione esclusiva
e' costituita dai "princelings", i piccoli principi che hanno
ereditato la carriera politica, pur meritandola, dai loro
padri che in veste diversa hanno governato il paese nei
decenni precedenti. I dirigenti piu' inclini alle esigenze
popolari provengono invece dalle zone arretrate della Cina,
sono di origine contadina e lontani dalle migliori
Universita' cittadine. Sono attenti non solo alla produzione
ma anche alla distribuzione del reddito. La fucina di
formazione e' spesso costituita dalla Federazione Giovanile
del PCC dalla quale gli attuali leader, Hu Jintao e Wen
Jiabao provengono. Pensano all'espansione dei consumi e ad
una maggiore democratizzazione del partito; ritengono che la
Cina debba negoziare con gli altri paesi, sono infine
sensibili alle dinamiche sociali che non vogliono piu'
imperniate sulle disuguaglianze. Queste due linee non sono
espresse chiaramente ed ognuna si interseca con le altre per
opportunita', complessita' o convenienza. Il rappresentante
piu' visibile dei "princelings" - Bo Xilai, il Governatore
della Municipalita' di Chongqing - ha costruito la sua
candidatura scaldando il cuore dei suoi cittadini con una
martellante campagna nazionalista che ha riportato in auge
gli strumenti e gli slogan della propaganda maoista. In
posizione piu' defilata rispetto al passato si presenta
invece la lobby della "Shanghai Gang" corrosa da recenti
scandali e dall'incalzare dell'eta' del suo leader storico,
l'ex presidente Jiang Zemin. Si arrivera' dunque al Congresso
con una piattaforma comune e mediata, frutto di
schieramenti, rinunce, alleanze. Dietro l'apparente
unanimita' sara' ricomposto un partito diverso, abilitato a
percorsi nuovi. Lo descrive bene la sintesi mutuata dallo
status di Hong Kong: un partito, due coalizioni. Il compito
per il PCC sara' dimostrare che la diversita' e' una forza e
non una debolezza.
* presidente Osservatorio Asia

Red-

(RADIOCOR) 23-01-12 18:30:19 (0311)news 5 NNNN