### Cina: le mosse della Fed turbano i sonni di Pechino - TACCUINO DA SHANGHAI
di Alberto Forchielli *
(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 22 ago - Quarant'anni
fa, nella giornata di Ferragosto, uno scossone faceva
vacillare il sistema monetario internazionale. Washington
dichiarava la non convertibilita' dollaro-oro. Il sistema di
cambi fissi ed il rapporto con il metallo giallo del
biglietto verde venivano consegnati alla storia. L'intera
impalcatura di Bretton Woods, costruita alla fine della
seconda guerra mondiale, veniva messa in discussione, un
segnale diretto dell'emersione di altre potenze economiche
dietro il gigante nordamericano. Era il sigillo ufficiale di
una prassi consolidata. In realta', secondo un gentleman
agreement tra i governi, nessuno stato richiedeva oro in
cambio di dollari. Le riserve di Fort Knox continuavano ad
essere intaccate. Seppure sotto l'incertezza della
flessibilita' dei cambi, gli Stati Uniti hanno potuto per
altri 40 anni godere di una prerogativa unica: avere la
certezza che le loro emissioni di titoli di stato (T Bill)
sarebbero state acquistate senza richiederne successivamente
l'esigibilita'. Non sempre il debito e' stato alto o
insopportabile, dunque il suo finanziamento dagli stati con
surplus finanziario si e' rivelato relativamente agevole. La
forza politica di Washington costituiva inoltre un valido
motivo di persuasione per gli acquirenti piu' riluttanti.
Dalla situazione corrente, che sempre ad agosto sta
raggiungendo l'acme, Pechino sta traendo due lezioni: la
prima e' che l'ampiezza del debito sta diventando ingestibile
e pericolosa; la seconda riguarda proprio il ruolo degli Usa
nel mondo e l'autorevolezza del loro esecutivo. La lunga e
travagliata conclusione della trattativa per il nuovo tetto
di spesa ha mostrato a Pechino la debolezza
dell'amministrazione Obama. Non se ne celebra la capacita' di
mediazione, ma la mancanza di forza che ha condotto a
cedimenti alla controparte. Non e' un segnale di democrazia,
quanto una spia di inefficacia. Lo storico declassamento di
S&P e' soltanto la conseguenza contabile di questa debolezza,
la prova che le misure saranno senza conseguenza per la
crescita perche' non toccano alla base i consumi privati e le
spese militari. Di fronte a queste previsioni Pechino si
interroga se valga la pena di continuare ad acquistare
dollari o titoli in essi denominati. E' certamente un modo di
proteggere i propri risparmi, ma anche di prolungare
un'agonia. La percezione di essere ostaggio economico di
Washington si rafforza, stimolando l'idea di tagliare invece
che sciogliere il nodo della dipendenza. Se non riesce a
controllare i valore del dollaro, e dunque dei suoi
risparmi, Pechino potrebbe decidere di svincolarsene.
Pagherebbe un prezzo iniziale, ma acquisterebbe in
autonomia. Lo strumento sarebbe una rivalutazione del
Remimbi, capace di migliorare la capacita' d'acquisto dei
cittadini e di privilegiare l'export di beni sofisticati,
non piu' venduti soltanto per il basso costo dei fattori di
produzione in essi incorporato. Una rivalutazione, pur
danneggiando le imprese esportatrici, darebbe prestigio al
paese ed autorevolezza nei confronti del consesso
internazionale che da tempo ne richiede una revisione del
tasso di cambio verso l'alto. Il rischio di una decisione in
tal senso si combina con il suo clamore. Nonostante la sua
richiesta, Pechino sa bene che gli Stati Uniti non
potrebbero accettare la costituzione di un organismo
internazionale che vigili sull'emissione del dollaro. Da
Bretton Woods questa ipotesi si e' rivelata sconfitta e
dunque impraticabile. La sola moneta planetaria e' lasciata
alle decisioni inattaccabili della Casa Bianca e delle
Federal Reserve. E' sufficiente ventilare una nuova
quantitative easing, una Q3 che emetta nuovi dollari sul
mercato, per turbare i sonni di Pechino. Per questo si
inizia a pensare che sia meglio allentare un legame
perverso, decidere di non combattere una guerra monetaria
quando l'antagonista detiene ancora le armi migliori.
* presidente Osservatorio Asia
(RADIOCOR) 22-08-11 12:09:03 (0115)ASIA,FE,news 5 NNNN