### Cina: e' in parlamento il nuovo club di miliardari - TACCUINO DA SHANGHAI
di Alberto Forchielli*
(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 05 mar - Un nuovo,
imprevisto, record accompagnera' l'assemblea annuale del
Congresso nazionale del Popolo, il parlamento cinese che
ogni anno a marzo si riunisce a Pechino. Pure se il suo
ruolo e' largamente cerimoniale, si tratta del piu' alto
organo legislativo della Cina. Quest'anno, come sempre,
approvera' il rendiconto del Governo ed il ruolo di guida del
Partito comunista cinese. Oltre agli indiscutibili progressi
economici e sociali, avra' di fronte un successo bizzarro ma
significativo: l'incremento del reddito dei 70 piu' ricchi
parlamentari e' stato nel 2011 superiore alla ricchezza
complessiva dei 660 esponenti dell'Amministrazione
statunitense: il Congresso, il governo con il Presidente, la
Corte Suprema. Lo rivela uno studio di Hurun, una
pubblicazione di Shanghai seria e non venata da gossip, che
ha avuto accesso a dati pubblici, incrociando le loro
provenienze. I 70 membri miliardari cinesi del Congresso
hanno aumentato la loro ricchezza di 11,5 miliardi di
dollari lo scorso anno, mentre quella detenuta dai 660
nordamericani era di 7,5 miliardi. Lo spettacolare distacco
ha avuto luogo in un paese di medio reddito pro-capite nel
panorama mondiale e comunque con un'abissale differenza di
ricchezza personale con gli Stati Uniti. Segnala dunque una
plateale contraddizione che getta inquietudine sulla natura
della ricchezza cinese: un paese relativamente povero
produce miliardari che ammassano fortune astronomiche, con
conseguenti ineguaglianze sociali. Il retroterra che spiega
la situazione proviene dalla teoria delle "Tre
Rappresentanze" di Jang Ze Min. Il penultimo segretario del
Partito aveva fornito un lascito ideologico al Congresso di
10 anni fa. Da allora la linea e' stata rispettata. Il Pcc
deve servire gli interessi di tre categorie sociali (quindi
non soltanto i lavoratori): i rappresentanti di tutte le
forze produttive, di tutte le culture nazionali, della
maggioranza dei cittadini. Si trattava di un chiaro invito
ai capitalisti cinesi ad entrare nei ranghi del partito che
li avrebbe blanditi e protetti. Non avrebbero dovuto
cercarsi un'altra organizzazione perche' l'unica esistente
era dalla loro parte. Questa autorizzazione ideologica si e'
accompagnata a scelte pragmatiche che hanno condotto alla
situazione odierna. Nei fatti, i capitalisti sono entrati in
un partito nel passato ostile, portando esperienze
gestionali, ricchezze personali, ambizioni contagiose. Da
allora un magma indistinto di profitti, amministrazione,
interessi locali, opacita' bancarie ha diretto la maggioranza
del business cinese. La sfera politica ha accolto quella
economica ed insieme, con fredda complicita', hanno condotto
il paese verso un arricchimento mai registrato. E' vero che
tutti i cittadini ne hanno beneficiato, e' innegabile che
decine di milioni di persone sono uscite da una poverta'
atavica. Tuttavia l'ineguaglianza e' aumentata, la
trasparenza e' quasi inesistente, il grumo di interessi che
fa marciare il paese e' tutt'altro che indebolito. Pechino si
trova probabilmente in una situazione di irreversibilita'. Ha
dato vita ad un connubio inestricabile tra controllo
politico e avidita' economico-sociale. Le fortune personali
che crescono a dismisura ne sono l'espressione piu' visibile.
Per la nuova dirigenza che uscira' dal XVIII Congresso sara'
difficile tagliare questo nodo. Innanzitutto, non potra'
smentire le politiche precedenti e il sistema attuale che li
ha scelti a garanzia della propria sopravvivenza. Sarebbe
inoltre rischioso inimicarsi una frazione potente del
Partito, che peraltro ha assicurato la permanenza al potere.
Sarebbe incoerente chiedere a chi ha condotto a questa
situazione di doverla rinnegare. Inoltre, mettere ordine in
un sistema oscuro potrebbe essere rischioso per tutti, una
via in discesa verso l'instabilita', un'ammissione di
responsabilita' che indebolirebbe il diritto a governare.
Ecco perche' la prossima dirigenza potra' far poco, anche se
ci sarebbe bisogno di interventi radicali. Sono probabili
aggiustamenti che il sistema riuscira' a controllare, senza
barcollare, fidandosi sempre su una crescita interminabile,
anche se piu' incerta rispetto al passato, che conquistera' il
consenso con la distribuzione, seppure sempre ineguale,
della ricchezza. A condizione che il ciclista non smetta mai
di pedalare.
* Presidente di osservatorio Asia
(RADIOCOR) 05-03-12 15:32:31 (0265)news,ASIA 5 NNNN