Roma, 22 lug.- Pechino ha stanziato oltre 500 miliardi di euro da utilizzare in progetti per lo sviluppo delle energie alternative. A pochi giorni dalla notizia - immediatamente smentita - del sorpasso cinese sull'America come primo consumatore energetico mondiale, la Cina torna all'attacco per affermare il suo impegno nell'abbattimento delle emissioni di gas serra. I progetti dovranno essere realizzati entro il 2020 e "per quella data, il governo avrà ridotto le emissioni di Co2 di 1,2 miliardi di tonnellate metriche e avrà tagliato di 7,8 milioni di tonnellate metriche le emissioni di diossido di zolfo" spiega Jiang Bing direttore del dipartimento pianificazioni della National Energy administation (NEA). Secondo il National Bureau of Statistics, nel 2008 le energie 'nuove' e rinnovabili hanno inciso solo per il 9% del consumo energetico totale, evidenziando una rischiosa dipendenza della Cina dal carbone (69%; ma secondo altre fonti si viaggerebbe intorno al 75%) e dal petrolio e gas naturale (22%). Gli obiettivi di Pechino sono quelli di riuscire ad assicurare entro il 2020 una fornitura di energie non fossili pari al 15% e una riduzione, entro il 2015, dell'energia proveniente dal carbone che, secondo i nuovi piani, si attesterà al 63%.
Inoltre, in risposta al crescente consumo di gas naturale che da qui a cinque anni dovrebbe raggiungere i 260 miliardi di metri cubi, è previsto un incremento della fornitura che raggiungerà l'8% , contro il 3,9% attuale. "Il Paese ha investito un'enorme quantità di denaro per la costruzione di centrali nucleari, impianti per l'eolico e per il solare" spiega Shi Dan, capo del centro ricerche energetiche dell'Accademia Cinese di Scienze Sociali (CASS) . A questo proposito, è di qualche giorno fa la notizia della decisione di Pechino di voler sperimentare i reattori di quarta generazione che permettono di utilizzare il carburante in modo più ottimale e di ridurre notevolmente i costi energetici. Ma è solo il punto di partenza: entro il 2020, infatti, la Cina punta a installare 60 reattori di nuova generazione che garantiranno una produzione di energia nucleare per oltre 75 milioni di kilowatt."L' impegno profuso dal governo, senza dubbio, garantirà al Paese un ruolo guida nel panorama dello sviluppo 'verde'" continua Shi Dan.
E se resta il mistero su chi, tra Cina e Stati Uniti, abbia vinto la medaglia d'oro del consumo energetico, è un dato di fatto che lo scorso anno il Dragone ha strappato all'America il primato come finanziatore di progetti 'verdi' investendo oltre 32,6 miliardi di dollari, quasi il doppio dei 18,6 messi in campo dagli Stati Uniti.
Una mossa che, nel secondo trimestre del 2009, ha risvegliato la curiosità di molti azionisti che hanno finito così per acquistare oltre 11,5 miliardi in azioni collegate alle tecnologie pulite.
Al di là dell'impegno dei leader nella costruzione di un Paese 'rinnovabile', c'è chi ha sollevato alcune perplessità sul modus operandi cinese che rischia di trascinare la Cina in una situazione di sovrapproduzione. Una buona parte del pacchetto di stimoli straordinari all'economia da 4mila miliardi di yuan varato dal governo nel novembre 2008 è stato impiegato per investimenti in energie pulite. "La Cina ha ormai oltre 70 impianti per la produzione di equipaggiamenti adatti allo sfruttamento dell'energia eolica- ha dichiarato recentemente il vicepresidente della Chinese Renewable Energy Society Meng Xiangan nel corso di un forum - e la domanda nazionale per queste tecnologie è stata già ampiamente superata. Inoltre, la qualità di gran parte di questi prodotti non è stata ancora completamente verificata". Le cose non vanno meglio sul fronte dell'energia solare: secondo Meng nel prossimo decennio la produzione di silicio cristallino- materiale necessario per la realizzazione dei pannelli- potrebbe aggirarsi tra le 50mila e le 100mila tonnellate, abbastanza per soddisfare l'intera domanda mondiale. "Il settore sta effettivamente registrando un certo surriscaldamento" ha concluso il vicepresidente di CRES.
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