22 apr. - Le manovre di avvicinamento al 98esimo anniversario della fondazione del Partito comunista cinese si stanno facendo sempre più stringenti, e nella gara di estetica socialista in corso in seno al Partito non poteva che svettare Bo Xilai. Segretario del Pcc di Chongqing, 62 anni portati egregiamente, una carriera politica di tutto rispetto intrapresa con modi da animale da palcoscenico - così lontani dal rigidissimo protocollo imposto ai quadri cinesi - e un sogno: non lasciare che il progresso spazzi via gli Anni Rossi della Repubblica popolare.
Da quando nel 2007 lasciò la guida del Ministero del Commercio cinese e approdò a Chongqing, megalopoli che incarna il miracolo economico cinese, Bo Xilai si è distinto per una gestione a dir poco inusuale: pugno di ferro contro il crimine organizzato e promozione pressante della propaganda maoista, un tandem originale che Bo porta avanti instancabilmente da quattro anni.
Mentre in due anni la battaglia di Bo contro le triadi del sudovest cinese assicurava alle patrie galere oltre 2000 malviventi, compresi pezzi grossi dello stesso establishment politico di Chongqing, i cittadini della metropoli dello Yangtze assistettero ad un progressivo aumento delle "huodong", le attività organizzate dalla sezione locale del Partito per rinvigorire lo spirito socialista della popolazione.
A ridosso del 60esimo anniversario della Repubblica popolare cinese, Bo Xilai fece inviare ad ogni telefono cellulare attivo nella municipalità di Chongqing - 31,4 milioni di abitanti - un sms di augurio con una citazione tratta dal Libretto Rosso di Mao Zedong, pubblicazione che Bo ha dimostrato di saper citare a memoria in più di un'intervista pubblica. Lo scorso novembre, inoltre, 750mila studenti di Chongqing hanno avuto la possibilità, grazie ad un programma governativo ad hoc, di rivivere gli anni della rieducazione in campagna in prima persona, sperimentando la vita contadina per "meglio comprendere gli sforzi dei propri genitori e forgiare il carattere dei ragazzi e ragazze".
E' invece notizia di pochi giorni fa che la kermesse canora "Cantare per la Cina - le nuove hit preferite dalle masse" inaugurata dai media di Chongqing nel luglio 2010 ha raggiunto la fase finale: dopo sei mesi di trasmissioni televisive e passaggi radio dedicate alle canzoni più patriottiche meritevoli di entrare nell'alveo delle celebrazioni ufficiali, delle 18132 opere proposte ne sono state selezionate 36, componimenti che la popolazione è incoraggiata ad imparare a memoria. I testi delle 36 Red Song - con titoli evocativi che spaziano dal minimalista "Patria" alle marcette "Cina, canto per te" e "L'amata bandiera rossa" - saranno pubblicati dal 10 aprile al 20 maggio sui principali quotidiani locali, così da agevolarne lo studio mnemonico, in concomitanza con l'uscita di cd e dvd da collezione con estratti delle migliori interpretazioni andate in onda su Chongqing Tv.
L'iniziativa è decisamente ambigua, ma Xu Chao, responsabile del Pcc locale per la promozione dell'attività canora, ha spiegato al Global Times la purezza delle proprie intenzioni: "Nessuno è obbligato ad imparare a memoria le canzoni, cerchiamo solo di allargare la partecipazione del pubblico […] il rosso non rappresenta solo la rivoluzione, il socialismo, il comunismo. Include anche elementi che rappresentano la felicità, l'armonia, l'ottimismo e la salute. E' un termine abbastanza inclusivo".
Anche la popolazione, a leggere le dichiarazioni rilasciate al Global Times, sembra abbracciare i gusti canori del Pcc. Jiang Shuai, studentessa universitaria, ha infatti dichiarato al quotidiano anglofono: "Preferisco le Red Songs alle canzoni pop, siccome ogni volta che le ascolto mi caricano e mi danno fiducia". Mancano poco più di due mesi ai grandi festeggiamenti del Partito, ma Bo Xilai starà già guardando al 2012. Legalità, propaganda, benessere: l'imminente ricambio al potere non potrà scordarsi di certo del compagno Bo.
di Matteo Miavaldi
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