Africa: Renzi il 21 a Luanda, ambasciatore "ora del Made in Italy"
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Africa: Renzi il 21 a Luanda, ambasciatore "ora del Made in Italy"

Africa: Renzi il 21 a Luanda, ambasciatore "ora del Made in Italy"

Africa: Renzi il 21 a Luanda, ambasciatore "ora del Made in Italy"
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(AGI) - Roma, 17 lug. - In Angola ci sono "possibilita'illimitate per il Made in Italy" e l'Italia rappresenta illuogo di approvvigionamento ideale di un mercato che "habisogno di tutto". A parlare e' l'ambasciatore italiano aLuanda, Giorgio Di Pietrogiacomo, da pochi mesi nel Paeseafricano. "Una sfida ogni giorno piu' interessante estimolante", ha affermato in un'intervista all'AGI a pochigiorni della visita che il presidente del Consiglio, MatteoRenzi, compira' lunedi' nella capitale angolana, terza e ultimatappa di una tre giorni intensa che tocchera' la capitalemozambicana Maputo e il Congo Brazzaville. "La visita di Renzi- ha raccontato Di Pietrogiacomo - si svolge nell'anno in cuil'Italia ha lanciato l'Iniziativa Italia-Africa, tesa ariaccendere i fari sul Continente con un approccio nuovorispetto agli anni passati". Economia e rapporti di reciprocointeresse soprattutto, "energia, ambiente, agricoltura,infrastrutture", in tutto in vista della prima Conferenzaministeriale Italia-Africa, programma a scadenza biennale, chesi dovrebbe tenere a Torino nei primi mesi del prossimo anno. "Va anche sottolineato - ha detto il diplomatico - che sitratta del primo viaggio di Renzi, in veste di presidente diturno dell'Ue, fuori dall'Europa. E questo e' importante"."Dobbiamo uscire - ha spiegato Di Pietrogiacomo - da unavecchia visione dell'Africa. A meta' maggio, ben lontanidall'idea di questa missione, la stampa angolana ha riportatocon grande enfasi alcune dichiarazioni di Renzi, 'guardiamoall'Africa come a una terra dalla quale fuggono persone incerca di un futuro migliore. Parliamo invece della sua realta'economica e di quelle che sono le trasformazioni in atto',aveva detto il premier facendo proprio il caso dell'Angola".L'Angola, ha spiegato l'ambasciatore, e' un "paese che fino a10 anni fa era in guerra" "ora e' diventato una potenzaeconomica riconosciuta a livello internazionale". "Era unpaese che fino a 10 anni fa doveva ricostruire tutto e che oggisvolge un ruolo di politica estera eccezionale". Tra le visite'd'eccezione' quella del segretario di Stato Usa John Kerry, amaggio scorso. "All'Angola - ha proseguito Di Pietrogiacomo -si riconosce un ruolo politico di primo piano. Non e' casualeche si sia candidata per un seggio non permanente al Consigliodi sicurezza Onu e non e' casuale che l'Italia la appoggi". In termini di business poi e' da segnalare l'interscambiocon l'Italia che, lo scorso anno, ha registrato nel Paese unaumento dell'export del 20% a quota 348 milioni di euro con untotale di import pari a 542 milioni. "Cifre - ha commentatol'ambasciatore - che non sono all'altezza del potenziale deirapporti tra i due paesi". "C'e' ancora moltissimo da fare intanti settori: turismo, agricoltura, infrastrutture, energierinnovabili". Inoltre il Paese e' "un mercato naturale per ilmade in Italy". "Sta crescendo un classe media borghese", oltreal mercato dei macchinari, c'e' posto per il design, per imobili, per la gioielleria". L'ambasciatore ha sottolineatoanche gli spazi che offre il settore della formazione: "Uncontratto interessante e' stato a maggio dalla societa' Proditdi Torino per la formazione in tutti i settori lavorativi , unprogetto di medio periodo che viene incontro a una esigenzafondamentale del Paese". Renzi arrivera' a Luanda domenica sera con una delegazionedi imprenditori "ad altissimo livello", ha dettol'ambasciatore, e questo e' "un segnale di importante riguardoverso questo mercato dalle opportunita' illimitate che deveancora maturare". "Non e' un mercato 'mordi e fuggi' - haraccomandato Di Pietrogiacomo - ma e' un posto dove venire erimanere e che richiede un impegno di medio periodo". Sul'business' Italia-Angola gioca anche il fattore dell'amiciziada sempre dimostrata da Luanda a Roma. "Gli angolani ci sonoparticolarmente riconoscenti per due cose: l'Italia e' stato ilprimo paese dell'Europa occidentale a riconoscerel'indipendenza angolana. Inoltre, a livello di cooperazioneallo sviluppo l'Italia - ha ricordato Di Pietrogiacomo "non sie' mai tirata indietro, anche nei momenti piu' difficili, diquesto ci sono grati". Basti pensare ai tanti religiosinazionali impegnati nel Paese. "Ce ne sono tantissimi, unapresenza continua dal XVI secolo. Sono sparsi su tutto ilterritorio e, prima o poi, voglio incontrarli tutti". .
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