Un intero fine settimana di negoziazione serrata e alla fine l'annuncio: Unione europea e Regno Unito, ancora qualche settimane fa su posizioni lontane, hanno raggiunto un'intesa su diversi dettagli fondamentali che riguardano la gestione dell'addio di Londra alla Ue, a cominciare dal periodo di transizione. Resta ancora aperta la questione della frontiera nord-irlandese, ma il passaggio di oggi non è da poco.
La notizia arriva a fine mattinata, quando i due capi delle delegazioni di Londra e Bruxelles, David Davis e Michel Barnier, si presentano in sala stampa, di fronte ai cronisti e con alle spalle l'Union Jack e la bandiera stellata della Ue, per annunciare che, parole di Barnier, è stata trovata l'intesa "su un'ampia parte di quel che costituirà l'accordo internazionale per il ritiro ordinato del Regno Unito" dall'Unione europea. "Abbiamo fatto un passo significativo" verso Brexit, ha aggiunto Davis, secondo cui "un buon accordo sul ritiro è piu' vicino che mai".
Il compromesso sulla transizione
Certo, precisa Barnier, si tratta "di una tappa", ma i passi avanti ci sono. A cominciare dal periodo di transizione, uno dei punti più controversi del negoziato. Dopo l'addio ufficiale di Londra previsto per la fine di marzo dell'anno prossimo, il Regno Unito ancora per 21 mesi e quindi fino al 31 dicembre del 2020 (un arco temporale non lontano dai due anni richiesti da Londra), continuerà a essere soggetto alle norme europee. "La transizione avrà un tempo limitato durante il quale il Regno Unito non avrà alcun ruolo decisionale nella Ue - ha spiegato Barnier - ma dovrà sottostare alle sue regole. Allo stesso tempo Londra conserverà tutti i benefici del mercato unico e dell'unione doganale durante la transizione", ha aggiunto. "I cittadini e le imprese hanno bisogno di certezze per prepararsi al futuro - ha detto Davis,- oggi c'è una certezza su termini e condizioni" della transizione.
La questione irlandese
Mentre sui diritti dei cittadini l'accordo sembra essere chiuso (i cittadini che andranno in Gran Bretagna fino alla fine del periodo di transizione avranno gli stessi diritti dei britannici e viceversa) resta da dirimere la questione della frontiera irlandese. Barnier ha spiegato che nell'accordo, almeno per il momento, sarà presente il cosiddetto 'backstop', la soluzione di salvaguardia che era stata concordata dalle parti a dicembre. Ci sarà quindi un confine doganale con il Nord Irlanda fino a quando non sarà negoziata un'altra eventuale soluzione tra le parti. Soluzione, aggiunge il francese, che deve "essere praticabile per evitare un confine fisico e proteggere la cooperazione nord-sud". "Siamo disposti a guardare a tutte le opzioni che ci permettano di raggiungere i nostri obiettivi in modo costruttivo - ha aggiunto il capo negoziatore Ue, sottolineando che "l'Irlanda e l'Irlanda del Nord formano una parte distinta all'interno del quadro dei negoziati per il ritiro ordinato del Regno Unito dall'Ue". Su questo punto ancora un accordo non c'è, dunque, ma "abbiamo concordato con il Regno Unito un'agenda dettagliata per le discussioni nel corso delle prossime settimane".
I passaggi tecnici non sono ancora chiari dunque, ma il messaggio politico, dopo settimane di braccio di ferro, ha odore di tregua: Bruxelles e Londra cercheranno una soluzione sulla frontiera irlandese che possa andare bene a entrambe le parti. L'intesa, salutata con euforia dai mercati con un balzo della sterlina, sarà ratificata dal vertice dei capi di Stato e di governo che si terrà giovedì e venerdì a Bruxelles. Anche se, avverte Barnier, "la certezza giuridica su tutti questi punti, transizione compresa, non verrà se non con la ratifica, da entrambe le parti, dell'accordo di ritiro. Finché non ci sarà un accordo su tutto - ha ripetuto il francese - non ci sarà accordo su nulla".