Pili, da minatrice a donna in carriera (ma si è dovuta fingere uomo)
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Pili, da minatrice a donna in carriera (ma si è dovuta fingere uomo)

Pili, da minatrice a donna in carriera (ma si è dovuta fingere uomo)

di Luisa Berti
Pili, da minatrice a donna in carriera (ma si è dovuta fingere uomo)
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“Non ero andata a scuola, non avevo molte opportunità di lavoro”, racconta Pili. “Le donne non potevano entrare in miniera così mi sono fatta forza e ho finto di essere un uomo. Basta indossare dei grandi pantaloni e il gioco è fatto”. Per completare la trasformazione la donna ha anche cambiato nome, “mi chiamavano zio Hussein, non ho detto a nessuno il mio vero nome. Ancora oggi mi chiamano così”. Nelle strette, anguste e sporche gallerie della miniera - alcune sono lunghe centinaia di metri - Pili ha passato 10-12 ore al giorno, scavando e lavorando sodo. “A quei tempi ero molto forte - racconta ancora la donna - e ho lavorato esattamente come un uomo, nessuno ha mai pensato che io fossi una donna. Mi muovevo come un uomo, parlavo in modo duro e avrei potuto combattere se fosse stato necessario, portavo con me un grosso coltello come un guerriero Masai. Nessuno poteva immaginare che io fossi una donna, perché tutto quello che facevo lo facevo come un uomo”.

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