Il presidente siriano Bashar Assad ha beffato l'Organizzazione per la Proibizione delle Armi Chimiche (che nel 2013 ricevette il Nobel per la Pace per aver distrutto l'arsenale siriano), l'Opac, ed il mondo perche' ha conservato centinaia di tonnellate di gas nei suoi depositi. E' quanto afferma il generale Zaher al-Sakat, capo della sezione armi chimiche nella potente V divisione dell'esercito siriano, fino alla sua defezione a marzo del 2013, secondo il quale Assad ha tenuto nascoste grandi quantitativi di gas nervino sarin (come quello che e' stato accertato, sempre dall'Opac, è stato usato nel raid del 4 aprile su villaggio di Khan Sheikun che fece quasi 90 morti) ed altri agenti letali.
Così il generale al britannico Daily Telegraph, che ricorda come Assad riuscì a scampare alle conseguenze del superamento della "linea rossa" tesa da Barack Obama, usare il gas contro il proprio popolo, cosa che fece a Ghouta il 21 agosto 2013, uccidendo 1.400 persone, perchè si impegnò, su mediazione dell'alleato russo, a consegnare le 1.300 tonnellate di armi chimiche ufficialmente in suo possesso all'Opac perché le distruggesse. Secondo il generale al-Sakat la Siria "ha in realta almeno il doppio delle 1.300 tonnellate" di armi chimiche denunciate, "ne hanno almeno 2.000 tonnellate. Almeno". L'ex ufficiale di Assad ritiene che nei diversi depositi tenuti segreti ci sarebbero diverse centinaia di tonnellate di sarin cosi' come dei cosiddetti 'precursori chimici', sostanze di per se' innocue ma che se mescolate possono diventare letali e con le quali possono essere riempite le testate di missili Scud di fabbricazione russa.
Il 53enne alto ufficiale, che sostiene di aver mantenuto contati in Siria, ha riferito che il regime di Assad prima dell'arrivo degli ispettori dell'Opac ha rapidamente spostato e occultato il contenuto di alcuni arsenali. Diverse tonnellate di armi chimiche sono state trasportate nei depositi fortificati nelle montagne di Homs e nella citta' costiera di Jableh, vicino a Tartus, sede dell'unico porto russo nel Mediterraneo.
Lo stesso Sakata ha ammesso che mesi prima della sua defezione, il suo comandante, il generale Hali Hassan Amar, gli ordinò di effettuare tre attacchi usando gas. Il primo a ottobre del 2012 sulla città meridionale di Sheikh Maskeen, il secondo a dicembre sulla vicina Harak e l'ultimo a gennaio 2013 a Busra al-Hairi. Tutti centri dove si erano registrate manifestazioni anti Assad. In tutti i casi gli era stato ordinato di impiegare il fosgene, gas usato per la prima volta nel 1915 nei campi di battaglia della I Guerra Mondiale, che causa il dissolvimento delle membrane delle cellule causando il riempimento delle vie respiratorie di liquido e quindi la morte per asfissia. Al-Sakat sostiene che approfittando della notte allungo' con acqua la concentrazione di fosgene, riuscndo a ridurre significativamente il numero delle vittime.
Proprio in quei giorni i servizi segreti di Assad arrestarono il figlio Mohammed, cadetto all'accademia, facendogli firmare la confessione di crimini mai commessi. Sakat dovette pagare un riscatto per riavere il figlio. Ma dopo il terzo attacco 'annacquato' i suoi superiori si insospettirono e lui decise di scappare, prima in Giordania e poi in Turchia per unirsi al Libero Esercito Siriano, una delle prime formazioni anti-Assad.