E' polemica in Francia dopo che la leader dell'estrema destra, Marine Le Pen, ha negato una reponsabilità della Francia di Vichy, collaborazionista dei nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale, nel famigerato rastrellamento di 13.000 ebrei condotto dalla polizia di Parigi nel luglio 1942, passato alla storia come "il rastrellamento del Velodromo d'Inverno".
Prima la gaffe, poi corregge il tiro
"Non penso che i francesi siano responsabili per il Vel d'Hiv (l'abbreviazione con cui è noto, ndr)", ha dichiarato la candidata all'Eliseo, "in generale penso che se ci sono dei responsabili sono coloro che erano al potere a quel tempo, non la Francia". La leader del Front National ha poi tentato di giustificare le sue parole, spiegando di considerare che all'epoca a rappresentare la Francia e la Repubblica era il governo in esilio di Charles De Gaulle a Londra" mentre "il regime di Vichy non era la Francia". Questo "in nessun modo, esonera la responsabilità effettiva e personale dei francesi che hanno partecipato al rastrellamento infame di Val d'Hiv e a tutte le atrocità commesse in quel periodo". Intanto, però, la bufera era scoppiata.
Subissata dalle critiche
Israele ha condannato le osservazioni della candidata del Front National alle presidenziali francesi tramite lil portavoce del ministero degli Esteri israeliano, Michal Maayan. Le sue parole "sono contrarie alla verità storica, già espressa dai precedenti presidenti francesi che hanno riconosciuto la responsabilità del loro Paese per la sorte degli ebrei francesi che morirono durante l'Olocausto".
Il Crif, l'organizzazione che raggruppa le organizzazioni ebraiche francesi e l'unione degli studenti francesi (Uejf) ha condannato le affermazioni definendole "revisioniste" e ha parlato di "insulto alla Francia che nel 1955 si è onorata di assumersi la responsabilirà della deportazione degli ebrei di Francia e di affrontare la sua Storia senza una memoria selettiva". Per l'Unione degli Studenti ebraici di Francia, "riscrivendo la storia, Marine Le Pen insulta la memoria degli ebrei francesi deportati dalla politica antisemita e collaborazionista dello Stato francese".
Critiche anche dai suoi rivali nella corsa all'Eliseo. "Alcuni avevano dimenticato che Le Pen è la figlia di Jean-Marie Le Pen", ha commentato Emmanuel Macron, che ha denunciato il "grave errore" della leader di estrema destra. "Negando la responsabilità dello Stato francese sul Vel' d'Hiv, Marine Le Pen ha raggiunto suo padre sul piano dell'indegnità e del negazionismo", ha scritto su Twitter Cristian Estrosi, Les Republicains, che sostiene Francois Fillon.
Che cos'è il rastrellamento del Velodromo d'Inverno
A 15 giorni dal primo turno delle presidenziali francesi, Marine Le Pen riapre quindi una vecchia ferita: nella notte tra il 16 e il 17 luglio 1942, 4.500 tra poliziotti e gendarmi arrestarono ben 13.000 connazionali francesi, perché erano ebrei. La gran parte di loro finirono nel campi di sterminio e non tornarono mai più. L'operazione fu condotta dalla polizia di Parigi (volenterosi carnefici di Hitler, parafrasando un libro sui tedeschi durante la II Guerra Mondiale), governata dai nazisti, mentre la parte meridionale del Paese era controllata dal governo del maresciallo Petain a Vichy. Un rastrellamento per il quale tanto l'ex presidente Jacques Chirac (per la prima volta nel 1995) che l'attuale inquilino dell'Eliseo, Francois Hollande hanno chiesto scusa per il ruolo avuto dalla polizia francese nel rastrellamento (non lo ha fatto il socialista Francois Mitterand, compromesso con il governo collaborazionista di Vichy).
Lo scivolone, rischia di costare caro a Marine Le Pen che ha fatto di tutto per prendere le distanze dall'ala nostalgica del partito guidata da suo padre, Jean-Marie Le Pen, che definì le camere a gas "un dettaglio della Storia".