Un milione e 250mila nordirlandesi sono chiamati alle urne tra lo spettro del riproporsi di vecchie divisioni tra protestanti unionisti e cattolico-nazionalisti e la Brexit, che potrebbe portare al ripristino del confine materiale con l'Eire, che è nell'Ue. L'Ulster è una delle quattro entità che compongono il Regno Unito e la sua delicata situazione politica si regge sugli Accordi di pace del Venerdì Santo del 1998, che posero fine alla vera e propria guerra tra maggioranza protestante, sostenitrice dell'unione con la Gran Bretagna, e minoranza cattolica, favorevole alla riunificazione con la Repubblica d'Irlanda. Tra il 1969 e il 1998 le violenze provocarono circa 3mila e 500 morti, con episodi drammatici come il "Bloody Sunday" di Derry del 30 gennaio 1973, quando i paracadutisti britannici spararono su una manifestazione per i diritti civili, uccidendo 14 persone.
Dallo scandalo sulle energie rinnovabili alle elezioni anticipate
Quelle di giovedì per il rinnovo dello Stormont, l'assemblea parlamentare nordirlandese, sono elezioni anticipate per la fine del governo di coalizione tra il Partito unionista democratico (Dup) di maggioranza relativa e il Sinn Fein, braccio politico dei repubblicani indipendentisti dell'Ira guidati dallo storico leader Gerry Adams.
Gli accordi di pace del 1998 prevedono la pari dignità tra le due comunità, protestante e cattolica, che si traduceva attualmente in un esecutivo guidato dalla leader del Dup, Arlene Foster, e dal vice-premier del Sinn Fein, Martin McGuinness, dimessosi a inizio gennaio ufficialmente per motivi di salute, ma soprattutto a seguito di uno scontro politico con il Dup e la sua leader, coinvolti in uno scandalo sui rimborsi per lo sviluppo delle energie rinnovabili. Un confronto politico, fattosi particolarmente duro poi tra la Foster e la nuova leader cattolico nazionalista, la bionda quarantenne, Michelle O'Neill, che chiede il ritiro della stessa Foster ed è decisa a rilanciare la politica progressista del Sinn Fein.
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La maggioranza demografica protestante e il peso sul voto
Gli analisti prevedono un nuovo successo, ma di stretto margine per il Dup, in ragione della persistente prevalenza demografica protestante. In realtà, le cose potrebbero essere più complicate e non soltanto dal punto di vista degli equilibri demografici in via di cambiamento, ma anche dagli esiti della Brexit, che ha visto prevalere in Irlanda del Nord i 'no' all'uscita dall'Ue con il 56% dei voti, nonostante l'impegno del Dup sul fronte del 'sì'. Il voto pro Ue dimostrerebbe anche l'esistenza di un orientamento ormai maggioritario in favore della riunificazione dell'isola, delle due Irlande.
Il post-Brexit e i rischi per 'le Irlande'
L'elemento più disastroso della Brexit, sostengono molti osservatori, sarebbe il ritorno della frontiera fisica con la Repubblica d'Irlanda, con pesanti conseguenze economiche e anche con il rischio di un ritorno alle divisioni del passato. Inoltre, gli accordi del Venerdì santo prevedono importanti riferimenti al ruolo dell'Unione europea e al suo finanziamento del processo di pace.
I sondaggi danno la vittoria ai protestanti, ma di poco
L'ultimo sondaggio dell'istituto LucidTalk, realizzato alla fine di febbraio, vede il Dup in testa con il 26,3% delle intenzioni di voto, tallonato da vicino dal Sinn Fein con il 25,3%. Seguono gli unionisti moderati del Partito unionista dell'Ulster (Uup) con il 13,9% e i nazionalisti del Partito socialdemocratico e laburista (Sdlp) con il 12,2%; ci sono poi altre formazioni minori, dai Verdi agli unionisti tradizionalisti di Tuv, alla nuova formazione di estrema sinistra Saoradh (Liberazione in gaelico) non lontana dalla sigla New Ira, collegata da alcune fonti ad alcuni episodi di violenza prodottisi nelle ultime settimane.
La minaccia dello stallo politico (e del controllo da Londra)
In termini politici, qualora il Sinn Fein continuasse a rifiutare di tornare a lavorare con il Dup, potrebbe determinare uno stallo, durante il quale sarebbe il ministro britannico per l'Irlanda del Nord, James Brokenshire, a governare l'Ulster da Londra.