Dalle fake news ai fatti alternativi, la guerra di Trump ai media
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Dalle fake news ai fatti alternativi, la guerra di Trump ai media

Dalle fake news ai fatti alternativi, la guerra di Trump ai media

di Cecilia Scaldaferri
 Donald Trump a Orlando parla di un attacco in Svezia - foto Afp
 Donald Trump a Orlando parla di un attacco in Svezia - foto Afp
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Trump all'attacco dei media che diffondono fake news:

Chi c'è nel mirino:

  • Cnn
  • New York Times
  • Los Angeles Times
  • Politico
  • Bbc
  • Huffington Post
  • BuzzFeed News
  • Associated Press
  • Time magazine
  • Usa Today
  • Breitbart
  • One America News Network
  • The Washington Times
  • Abc
  • Cbs
  • Wall Street Journal
  • Bloomberg
  • Fox News

La reazione degli esclusi:

La guerra alle fonti anonime:

Dalla polemica sulla cerimonia di insediamento ai media "nemico pubblico"

  • La cerimonia di insediamento a Washington e la battaglia sui numeri. Donald Trump annuncia euforico che la partecipazione è stata "la più grande di sempre", aggiungendo che 31 milioni hanno guardato l'inaugurazione in tv, 11 milioni in più rispetto a 4 anni fa". Affermazioni smentite da diversi media che confrontano le immagini della cerimonia di Trump con quella di Barack Obama nel 2009. Il portavoce del nuovo presidente, Sean Spicer, afferma che "non c'è mai stato così tanto pubblico a un'inaugurazione, punto". Di fronte alle polemiche, la consigliera di Trump, Kellyanne Conway, ribatte e parla di "fatti alternativi".
  • Trump, "sono in guerra con i media": E' il presidente stesso a dirlo, in uno dei suoi primi discorsi, parlando alla Cia di fronte al memoriale per gli agenti caduti in servizio. "Ho una guerra in corso con i media. Sono tra le persone più disoneste sulla faccia della terra, giusto?".
  • Trump, stampa "nemico del popolo": Il 17 febbraio il presidente twitta un duro messaggio contro la stampa, indicandola "non come il mio nemico ma come il nemico del popolo americano!". Tra i media citati, New York Times, Nbc, Abc, Cbs, Cnn. Già indicati come "oppositori", i media erano già stati duramente apostrofati durante la conferenza stampa il giorno prima da Trump, che aveva speso parecchio tempo a criticare la loro copertura dell'amministrazione.
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