Steve Bannon e Abu Bakr al-Baghdadi: il primo, consigliere strategico del presidente americano Donald Trump, il secondo leader dei terroristi islamici dell'Isis. Due facce della stessa medaglia, secondo un editoriale di Usa Today che ha suscitato aspre critiche e un duro botta e risposta. Per il quotidiano americano, "Bannon e al-Baghdadi condividono visioni del mondo simili, entrambi nutrono visioni apocalittiche di uno scontro di civiltà tra l'Islam e l'Occidente". "Entrambi - continua l'articolo - promuovono una narrativa per i propri seguaci a proposito di un conflitto che si espande a macchia d'olio tra i fedeli di Maometto e quelli di Gesù Cristo".
Tutti proseliti per la loro visione di guerra. In realtà, sostiene Usa Today, "l'Occidente non è in guerra con 1,7 miliardi di musulmani nel mondo, la vasta maggioranza dei quali non ha niente a che vedere con le barbarie dell'Isis". Proprio questa visione di un conflitto di civiltà totale è stata avversata dalle passate amministrazioni americane, giudicandola un autogol che "porta dritto nelle braccia dell'estremismo islamico".
Decapitazioni e armi chimiche, Fox mette a confronto Bannon e al-Baghdadi
Affermazioni forti alle quali l'emittente conservatrice Fox ha risposto con un'infografica, intitolata "Chi l'ha fatto", che mette a confronto l'uno e l'altro. Tra le voci, ci sono "la decapitazione di giornalisti, l'uso di armi chimiche contro i curdi, l'uso di bambini soldato, le esecuzioni di massa dei cristiani e la dichiarazione di un califfato". Inutile dire che al-Baghdadi rientra in tutte le categorie menzionate, al contrario di Bannon.
This Fox News chart proves Steve Bannon isn't as bad as an Islamic State leader https://t.co/18SQAGDsUp
— David Mastio (@DavidMastio) 9 febbraio 2017
Tuttavia, commentandola in diretta, il vice direttore della pagina editoriale di Usa Today, David Mastio, ha ribadito la sua posizione, sottolineando che ovviamente non sono uguali ma che Bannon "condivide un'idea pericolosa che porta diritto a quella di Baghdadi": "Al Baghdadi vuole che la guerra in Medio Oriente sia tra tutto l'Islam e tutto l'Occidente. Noi siamo in guerra con una frangia del mondo islamico", mentre "Bannon è d'accordo con al-Baghdadi che si tratti di una guerra tra Islam e Occidente. Non abbiamo bisogno di dare ad al-Baghdadi una simile vittoria propagandistica".
"Stiamo assistendo alla nascita di un nuovo ordine politico", aveva affermato Bannon in un'intervista al Washington Post alla fine di gennaio, rivendicando le idee di Jeff Sessions. E in un colloquio con Buzzfeed del 2014, rilanciato poco tempo fa, dopo la sua ascesa nello staff della Casa Bianca - oltre a essere il consigliere strategico di Trump, ha avuto anche un posto a sedere nel National Security Council - aveva sostenuto che "siamo in una vera e propria guerra contro il fascismo jihadista islamico", un conflitto che si "sta metastatizzando molto più velocemnete di quanto i governi possano gestirlo".
#PresidentBannon, l'attenzione mediatica che può essergli fatale
Ex capo del sito di estrema destra Breitbart, con una specializzazione in economia ad Harvard e un passato da dirigente alla Goldman Sachs, Bannon è l'uomo più ascoltato da Trump, tanto da essere considerato lui il vero inquilino della Casa Bianca.
Chi è Steve Bannon, il 'Dart Fener' che bisbiglia all'orecchio di Trump
L'hashtag #PresidenteBannon spopola su Twitter. E la campagna social #UnaletteraperBannon (#PostcardstoBannon), partita un pò per scherzo, ora è così popolare da aver infastidito il vero Presidente. Già da tempo su Twitter, ci si chiedeva chi fosse davvero a dettare legge alla Casa Bianca tra Trump e il suo consigliere Bannon. Fino a quando l'utente @cwardell ha suggerito di inoltrare lettere e cartoline al "Presidente Bannon": forse "potrebbe essere un modo - ha scritto - per far licenziare" l'ex capo di Breitbart News. Un altro utente, Justin Hendrix, prontamente ha inventato l'hastag #PostcardstoBannon e la campagna, come riporta il The Guardian, è stata subito un successo.
Non solo in centinaia cinguettano, ma c'è chi davvero invia lettere e cartoline alla Casa Bianca per posta, con tanto di francobollo. Un fenomeno che sembra abbia davvero infastidito Trump che in un recente tweet ha ribadito che a prendere le decisioni è lui.
I call my own shots, largely based on an accumulation of data, and everyone knows it. Some FAKE NEWS media, in order to marginalize, lies!
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) 6 febbraio 2017
E anche l'addetto stampa Sean Spicer si è affrettato a spiegare ai giornalisti che chi detta legge alla Casa Bianca è ovviamente Trump. Anche se un articolo del New York Times ha rivelato che il presidente "non era stato del tutto informato" delle conseguenze della propria decisione, quando ha firmato l'ordine esecutivo con cui Bannon veniva inserito nel Consiglio di Sicurezza nazionale.
Un'attenzione non nuova per Bannon, ma che può essergli fatale, ha avvertito nell'editoriale Usa Today, che ricorda come "un presidente guidato dal suo ego può perdonare qualsiasi peccato al suo consigliere, tranne quello di rubargli le luci della ribalta".