Una caricatura di Angela Merkel che brandisce con una mano un coltello insanguinato e con l’altra la testa mozzata di Martin Schulz, lo sfidante socialdemocratico che alcuni sondaggi danno ormai in vantaggio sul cancelliere in carica nella corsa alle delicatissime elezioni politiche del 24 settembre. Così l’ultimo numero dell’edizione tedesca di Charlie Hebdo manifesta solidarietà con Der Spiegel, finito nella bufera per una copertina che ritraeva il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, sollevare il capo decollato della Statua della Libertà. “I lettori di Der Spiegel fuori controllo” recita la didascalia, riferendosi alle critiche espresse al settimanale tedesco anche dai lettori più distanti dalle idee di Trump.
“E’ un gesto di rispetto per i nostri colleghi di Der Spiegel”, ha spiegato all’agenzia stampa Minka Schneider, lo pseudonimo dietro il quale si nasconde il direttore della versione teutonica di Charlie Hebdo, “quel che ci ha scioccato di più sono le reazioni negative, crediamo che quella copertina fosse piuttosto valida”. “Conosciamo bene anche noi le accuse di violazione delle buone maniere giornalistiche”, si legge poi in un editoriale incluso nello stesso numero, “stiamo sulla stessa barca perché al centro di questa controversia – nel vostro caso come nel nostro – c’è il dibattito sulla libertà d’espressione e la maniera nella quale la si usa. O non la si usa”. Chissà se ad Amburgo, sede di Der Spiegel, avranno gradito l'accostamento.
La copertina di Der Spiegel è stata accolta con forti riserve dalla comunità giornalistica in quanto, secondo alcuni, rafforzerebbe una convinzione comune tra i sostenitori di Trump, ovvero che i media istituzionali abbiano un atteggiamento fazioso contro di lui. “La copertina conferma i pregiudizi che molte persone nutrono, ovvero che la ‘stampa mainstream’ scrive sulla base dei pregiudizi e che molti giornalisti preferiscono portare avanti la loro visione del mondo piuttosto che rendere conto in maniera imparziale cosa sta accadendo nel mondo”, ha scritto Clemens Wergin del ‘New York Times’, “chi consente ai propri standard di cedere, si ritroverà parte dello stesso ‘spirito del tempo’ che Trump incarna”. L’autore dell’illustrazione, Edel Rodriguez, un rifugiato cubano negli Stati Uniti ha difeso il paragone con i terroristi jihadisti suggerito dall’immagine. “E’ una decapitazione della democrazia, una decapitazione di un simbolo sacro”, ha affermato Rodriguez al Washington Post, “e ovviamente c’è l’associazione con le decapitazioni dell’Isis, quindi un paragone c’è. Entrambi i lati sono estremisti, quindi sto semplicemente facendo un paragone tra loro”.