Roma - Le pressioni dell'Ue affinché l'Italia avesse la "mano pesante" nei confronti dei migranti hanno dato luogo a detenzioni arbitrarie, espulsioni illegali e maltrattamenti che, in alcuni casi, sono assimilabili alla tortura. E' dura la denuncia contenuta nel rapporto di Amnesty International dedicato alla politica degli 'hotspot'. Secondo le testimonianze raccolte, anche per poter rilevare le impronte digitali ci sono stati "agghiaccianti episodi di violenza" con pestaggi, uso di manganelli elettrici e umiliazioni sessuali.
Nei centri di registrazione voluti dall'Ue per facilitare l'identificazione dei migranti al loro arrivo sul suolo europeo, molti migranti rifiutano spesso di essere idenficati; il che ha spinto l'Italia ad agire "al di là della legalità" e a condurre "abusi scioccanti" da parte di alcuni poliziotti, spiega Matteo de Bellis, coordinatore del rapporto. "Nella loro determinazione a ridurre il perdurante movimento di rifugiati e migranti verso altri Stati membri, i leader europei hanno portato le autorità italiane al limite - e anche oltre - di ciò che è legale", spiega de Bellis. "Il risultato è che gente traumatizzata, che arriva in Italia dopo viaggi drammatici, è stata sottoposta in qualche caso ad abusi scioccanti per mano della polizia, ma anche a espulsioni illegali".
Italy: Beatings and unlawful expulsions amid EU push to get tough on refugees and migrants https://t.co/Pkybgkk8f7
— Matteo de Bellis (@matteodebellis) 3 novembre 2016
LE DENUNCE RICEVUTE DA AMNESTY
Delle 24 testimonianze di maltrattamenti raccolte su un totale di 170 interviste, 16 riguardano episodi in cui qualcuno è stato malmenato. In alcuni casi, secondo la testimonianza di un 16enne sudanese, i migranti hanno denunciato di aver ricevuto elettrochoc. "Mi hanno sottoposto a scariche elettriche con un bastone, molte volte sulla gamba sinistra, poi sulla destra, il petto e la pancia. Ero troppo debole, pensavo di non riuscire a farcela e a quel punto mi hanno messo entrambe (le mani) sulla macchina", ha raccontato il ragazzo. Due migranti hanno riferito di essere stati torturati sui genitali. Un 27enne ha aggiunto di esser stato picchiato, fatto denudare e torturato con una pinza dotata di tre estremità: "Ero su una sedia fatta di alluminio con un'apertura sulla seduta. Mi hanno bloccato le spalle e le gambe, poi mi hanno preso i testicoli con la pinza e tirato per due volte". Il rapporto dell'ong riconosce che la gran parte delle volte la procedura per l'identificazione avviene senza alcun incidente: "Il comportamento della gran parte dei poliziotti resta professionale e la gran parte delle registrazioni delle impronte digitali avviene senza incidenti". E tuttavia alcuni episodi destano "seria preoccupazione". De Bellis aggiunge che le testimonianze registrano delle coincidenze l'una con l'altra e che dunque, anche se Amnesty non è riuscita a verificarle una per una, l'ong è "certamente in grado di dire che c'è un problema di uso eccessivo della forza da parte della polizia".
IL PREFETTO GABRIELLI, "NESSUNA VIOLENZA"
Il capo della Polizia, Franco Gabrielli, in una nota assicura che nessuna violenza viene fatta sui migranti nelle fasi di identificazione e di rimpatrio. "Le informazioni di cui si avvale il rapporto di Amnesty International fanno riferimento a presunte testimonianze raccolte in forma anonima di migranti che non risiedevano in alcun hot spot. Pertanto, a tutela dell'onorabilità e della professionalità dei tanti operatori di polizia che con abnegazione e senso del dovere stanno affrontando da lungo tempo questa emergenza umanitaria, smentisco categoricamente che vengano utilizzati metodi violenti sui migranti sia nella fase di identificazione che di rimpatrio".
EUROPA VIGILA SULLA GESTIONE DEI MIGRANTI
Nella nota viene anche spiegato come le procedure per la gestione dei migranti siano state condivise a livello europeo e che la stessa europa vigila costantemente su tutte queste attività. "In Italia gli hotspot sono costantemente visitati da un team della Commissione Europea presente in Italia per la verifica costante delle procedure di gestione dei migranti. Le stesse procedure di lavoro 'sop' contestate dal rapporto sono state stabilite da un tavolo tecnico congiunto con rappresentanti della Commissione Europea, Dipartimento della P.S., Dipartimento Liberta' Civili e Immigrazione, Frontex, Europol e delle organizzazioni umanitarie Unhcr e Oim. Queste ultime peraltro sono presenti in tutti gli hotspot e partecipano alle attività di identificazione e gestione dei migranti. Inoltre - conclude la nota - l'Agenzia Europea per i Diritti Fondamentali (Fra) ha recentemente visitato i due centri di Pozzallo (Ragusa) e Taranto esprimendo valutazioni positive sull'operato delle autorità italiane". (AGI)