Beirut - Il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, ha denunciato dinanzi ai leader mondiali, aprendo i lavori dell'Assemblea Generale dell'Onu, le stragi del regime siriano: "Molti grupppi hanno ucciso molti innocenti, ma nessuno piu' che il governo della Siria che continua a lanciare barili di esplosivo e che sistematicamente tortura migliaia di detenuti". Il diplomatico sudcoreano ha sostenuto che e' necessaria una transizione politica e che, dopo tanta violenza e cattiva gestione: "il futuro della Siria non deve dipendere dal destino di un solo uomo". Ban ha anche denunciato il "ripugnante, selvaggio e apparentemente deliberato" attacco di lunedì al convoglio umanitario nella localita' di Auram al Kubra, nel settore occidentale della provincia settentrionale di Aleppo e ha chiesto giustizia per questi e altri crimini.
"I lavoratori umanitari che consegnavano aiuti erano eroi: quelli che li hanno bombardati sono codardi". "Proprio quando pensavamo che non potesse andare peggio, si e' scesi ancora piu' in basso". E ha sottolineato: "Chiedo a tutti coloro che hanno influenza di mettere fine ai combattimenti e di dare inizio ai negoziati".
Intanto gli Stati Uniti sono giunti alla conclusione preliminare che siano stati aerei russi a colpire il convoglio di aiuti umanitari della Mezzaluna Rossa nell'area di Urum al Kubra in Siria. Lo si apprende da fonti ufficiali Usa, citate dalla Cnn. L'attacco ha causato circa 20 morti tra volontari e autisti dei 18 camion colpiti.
I numeri delle guerre nel mondo
Le autorita' siriane e quelle russe hanno comunque smentito di aver bombardato il convoglio Onu. E da Mosca, il portavoce del ministero della Difesa, Igor Konashenkov, ha sottolineato che ne' l'aviazione russa ne' quella siriana sono responsabili dell'attacco. Washington ha attribuito a Parigi il bombardamento e si e' riservata di valutare se continuare a cooperare con il governo russo. Secondo l'Osservatorio siriano per i Diritti Umani, aerei da guerra non identificati hanno preso a bersaglio una carovana umanitaria, causando la morte di almeno 12 persone. La Croce Rossa Internazionale ha confermato il bombardamento, senza indicare responsabili, e ha fornito un bilancio aggravato, una ventina di civili, oltre a un impiegato della Mezzaluna Rossa siriana. Dopo l'attacco, l'Ufficio di Coordinamento degli Affari Umanitari dell'Onu ha annunciato che tutte le operazioni umanitarie in Siria sono "sospese".
"La tregua in Siria non e' morta", ha tenuto a sottolineare il Segretario di Stato americano, John Kerry, sempre da New York, dove partecipa alla riunione del Gruppo Internazionale di Supporto alla Siria (Issg). Alla stessa riunione prende parte il ministro degli Esteri, russo, Sergei Lavrov. Ma tra Mosca e Washington la tensione rimane alta anche per le accuse reciproche alla luce della fine del fragile cessate il fuoco, durato una settimana e non prorogato. Nella notte ci sono stati nuovi bombardamenti su Aleppo e sono anche ripresi i combattimenti nei quartieri sud-occidentali. Raid aerei hanno colpito la zona settentrionale e occidentale della citta', mentre le forze governative, sostenute dai combattenti libanesi sciiti di Hezbollah, si sono scontrate con gruppi islamisti, tra cui l'ex Fronte al Nusra. Fonti militari citate dall'agenzia Sana hanno riferito che l'esercito ha risposto a un attacco di "organizzazioni terroristriche" a sud-ovest di Aleppo.
Premier Libano, "rischiamo collasso con rifugiati siriani"
"Il Libano rischia il collasso se la comunita' internazionale non esercitera' un sforzo, affinche' si permetta ai rifugiati siriani di tornare in sicurezza nel loro paese. L'ingente afflusso di rifugiati sta ponendo un serio rischio alla nostra stabilita', sicurezza, all'economia e ai servizi pubblici". Queste le parole del primo ministro libanese Tamam Salam, durante l'Assemblea generale. "Le Nazioni Unite dovrebbero realizzare entro tre mesi una roadmap per il graduale ritorno in Siria dei rifugiati, che dovrebbe includere la gestione del trasporto e tenere conto dei costi", ha continuato Salam, aggiungendo che andrebbero stabilite entro la fine dell'anno delle quote tra i paesi della regione. "Signor Segretario Generale (rivolgendosi a Ban-ki-moon, ndr), quand'e' che il mondo fara' qualcosa per il Libano? Quand'e' che le Nazioni Unite si prenderanno carico di questa missione e realizzeranno dei seri sforzi a sostegno dei rifugiati e degli sfollati?". In oltre cinque anni di conflitto, il Libano ha ospitato poco piu' di un milione di rifugiati siriani nel proprio territorio, un numero che e' pari ad almeno un quinto della popolazione del Paese dei Cedri (in Libano manca da tempo un censimento ufficiale, ndr). Piu' di un terzo di questo milione di rifugiati vive nella valle della Bekaa, vicino al confine con la Siria. (AGI)