Istanbul - Si e' conclusa in appena una giornata di combattimenti l'operazione "Scudo dell'Eufrate", con il quale mezzi blindati turchi e circa 5 mila miliziani della Free Syrian Army, sostenuti da Ankara e opposti al governo di Damasco, hanno strappato all'Isis il distretto di Jarablus, al confine con la Turchia. Ahmad Othman, un comandante della formazione Sultan Al Murad, una delle quattro brigate della Fsa che hanno partecipato all'attacco, ha rivendicato la "liberazione completa" dell'area. A sostegno della Free Syrian Army, che avrebbe contato appena un caduto negli scontri, si sono mossi anche cacciabombardieri statunitensi. I miliziani dello Stato Islamico, che si e' visto tagliare una delle sue principali arterie di rifornimento, sarebbero fuggiti e starebbero ripiegando nella regione di Al-Bab, a sud-est.
Onu, regime Assad e Isis hanno usato armi chimiche
L'iniziativa di Ankara ha suscitato l'ira del presidente siriano Bashar al Assad, che ha lamentato una "flagrante violazione della nostra sovranita'", mentre il ministero degli Esteri russo ha espresso "profonda preoccupazione" per una possibile escalation, dal momento che la Turchia non intende fermarsi qua ma ha l'obiettivo di attaccare anche le milizie curde Pyd, sostenute dagli Usa e anch'esse in lotta contro l'Isis. "Metteremo fine ai nostri problemi al confine" perche' "la guerra in Siria e' la ragione per cui la Turchia e' stata colpita dal terrorismo, sia dei curdi che dell'Isis", ha affermato il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, che oggi ha accolto ad Ankara il vice presidente americano Joe Biden, il quale si e' scusato personalmente per non aver visitato prima il Paese, al fine di esprimere solidarieta' dopo il fallito golpe militare dello scorso 15 luglio, definendone i perpetratori "terroristi".
L'operazione "Scudo dell'Eufrate" e' scattata alle 4 del mattino. Raid aerei hanno preparato il terreno all'ingresso dei blindati, coperti anche dal fuoco dell'artiglieria pesante. La penetrazione a Jarablus e' avvenuta da est verso il centro, dopo che la Free Syrian Army aveva preso il controllo dei villaggi di Keklice, Elvanye, Guguncuk e Kivircik, nella riconquista dei quali, in base a quanto riportato dall'agenzia Dogan, 46 jihadisti avrebbero perso la vita.
Nell'immediato, Biden, dopo un incontro con il premier turco Binali Yildirim, ha assicurato di aver "detto alle forze curde impegnate in Siria di non andare a ovest dell'Eufrate" per non irritare Ankara. "Abbiamo detto molto chiaramente che le forze curde devono tornare a est dell'Eufrate. Non possono, non lo faranno e in nessuna circostanza avranno il sostegno americano se non rispetteranno questo impegno. Punto", ha spiegato.
Tutti elementi che renderanno ancora piu' delicato l'incontro che si terra' venerdi' a Ginevra tra il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov e il collega Usa John Kerry. Oggi al telefono i due capi diplomatici hanno discusso delle prospettive del coordinamento nella lotta al terrorismo in Siria e della situazione ad Aleppo, non escludendo "azioni coordinate". (AGI)