Bruxelles - La Turchia ha sospeso, obbligandoli a tornare in patria fino al termine delle indagini, 5 alti funzionari dell'ambasciata in Olanda, perche' sospettati di legami con Fethullah Gulen, ritenuto da Ankara la mente del fallito golpe del 15 luglio.
Lo ha confermato un potavoce del governo, spiegando che i 5 potranno tornare all'Aja se a conclusione dell'inchiesta non saranno accertati legami con la rete del predicatore. "Anche noi speriamo che possano tornare", ha dichiarato, sottolineando che i cinque funzionari non sono stati ancora giudicati colpevoli. In una dichiarazione al quotidiano Algemeen Dagblad, il primo consigliere dell'ambasciata Kurtulus Aykan si è detto "sorpreso" dal fatto che alcuni suoi collaboratori piu' stretti possano essere vicini a Gulen, aggiungendo tuttavia che le infiltrazioni sono "un il punto di forza della rete di Gulen".
I funzionari, secondo quanto emerge, non sono stati licenziati ma sono stati richiamati in Turchia perche' coinvolti in una inadgine in corso. Un funzionario del ministero degli Esteri turco, alla domanda se le autorita' olandesi fossero state informate della decisione di Ankara, ha risposto che la Turchia condividera' con L'Aia le informazioni "rilevanti" quando sarà il momento.
L'Unione europea non cambia linea: "semmai la pena di morte dovesse essere reintrodotta in Turchia, questo porterebbe immediatamente all'interruzione dei dialoghi per l'ingresso in Ue". Lo ripete la portavoce Mina Andreeva, commentando la dichiarazione del presidente Erdogan che ieri sera, alla manifestazione in suo sostegno, venti giorni dopo il tentativo di colpo di stato, ha detto che una tale decisione dovrebbe essere sostenuta dal parlamento. "Il presidente Juncker aveva ribadito la posizione europea anche in un'intervista rilasciata ieri alla Tv tedesca Ard - sottolinea Andreeva - dopo averlo fatto in diverse occasioni, e in particolare parlando al giornale austriaco Kurier il sabato precedente". (AGI)