New Delhi - Strage di italiani a Dacca. Sono nove i connazionali rimasti uccisi nell'attacco di ieri sera in Bangladesh. Lo ha precisato il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni parlando alle tv davanti alla Farnesina e sottolineando che "le famiglie sono state avvertite". Il ministero degli Esteri ha diramato nomi e cognomi delle vittime accertate.
Cristian, Simona e le altre vittime dell'attacco: chi sono gli italiani uccisi
La strage si è consumata ieri notte nel bar-ristorante nel cuore della capitale del Bangladesh finito nel mirino di un commando di terroristi. Solo un italiano presente nel locale, Gianni Boschetti, è riuscito a fuggire dal giardino, mettendosi in salvo. Un decimo italiano che mancava all'appello è risultato poi non essere presente nel ristorante.
Le vittime dell'attacco sono in tutto 20, fra cui sette giapponesi e un americano.
A mettere fine all'incubo è stato un blitz delle forze di sicurezza bengalesi, che hanno messo in salvo 13 ostaggi e ucciso sei miliziani. "Abbiamo ucciso sei terroristi", ha affermato Tuhin Mohhammad Masud, comandante delle unità di elite di intervento rapido, mentre uno sarebbe stato catturato. Masud ha dichiarato che alcuni membri del commando potrebbero essere riusciti a fuggire: "Abbiamo il controllo dell'area principale in cui erano presenti, ma alcuni potrebbero essere scappati altrove", ha aggiunto. Secondo l'alto ufficiale dell'esercito Shahab Uddin "la gran parte delle vittime sono italiani e giapponesi. Il governo dello Sri Lanka ha riferito che due connazionali sono tra gli ostaggi salvati.
Intanto arrivano i primi raccapriccianti particolari della strage: il generale Nayeem Ashfaq Chowdury, capo delle operazioni militari, ha spiegato che si è trattato di una esecuzione avvenuta a colpi di armi affilate, probabilmente di machete.
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L'operazione delle forze di sicurezza è scattata intorno alle quattro del mattino (ora italiana), circa dieci ore dopo la presa di ostaggi, e si è conclusa verso le 6.30. Il blitz è stato accompagnato da esplosioni e sparatorie.
A poca distanza dal luogo della strage, sempre nel quartiere diplomatico di Dacca, fu freddato a colpi d'arma da fuoco mentre faceva jogging il cooperante Cesare Tavella. (AGI)