Il Cairo - Dopo il duro altola' arrivato dall'Italia, il Cairo fa dietrofront sul caso Regeni. La ricerca degli assassini del ricercatore friulano è ancora in corso, ha fatto sapere il portavoce del ministero dell'Interno egiziano, il generaleAbu Bakr Abdel Karim, nel corso di una trasmissione tv. "Da quando sono arrivati gli investigatori italiani -ha spiegato il portavoce del ministero - c'e' una costante collaborazione con loro e li informiamo di tutti gli sviluppi sul caso".
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Non solo. Il procuratore generale egiziano, Ahmed Nabil Sadek, ha telefonato al capo della Procura di Roma, Giuseppe Pignatone, per spiegare che quella della banda criminale che sequestrava e rapinava gli stranieri "non e' l'unica pista seguita dalle autorita' giudiziarie egiziane". "Durante questa telefonata Sadek ha ribadito l'impegno a continuare le indagini in ogni direzione fino all'accertamento della verita'", ha fatto sapere Pignatone.
Il procuratore egiziano ha inoltre garantito che, in occasione dell'incontro del 5 aprile prossimo tra la polizia italiana e quella egiziana, inoltre, sara' trasmessa tutta la documentazione richiesta piu' volte dall'Italia e anche quella successivamente raccolta in Egitto dopo tale richiesta. Pignatone, dal canto suo, oltre a ribadire l'inidoneita' a fare chiarezza delle risultanze fin qui acquisite e comunicate dall'Egitto nel caso Regeni, ha comunque espresso apprezzamento per l'impegno manifestato dal pg Sadek.
Fonti giudiziarie presso la procura di Giza fanno sapere che "il pubblico ministero e l'apparato di sicurezza stanno allargando il cerchio dei possibili sospetti" nell'inchiesta. E chiunque coprirà i colpevoli sarà citato ingiudizio e accusato per questo", aggiungono. "Fino a ora - ha sottolineato la fonte - siamo sicuri che questo reato è stato commesso intenzionalmente e che la morte sia stata causata da torture".
Domenica il ministro degli Esteri egiziano, Sameh Shoukry, aveva assicurato che l'Egitto "lavora con trasparenza" alle indagini sulla morte di Giulio Regeni e "vuole collaborare a fondo con l'Italia". Parole arrivate dopo il duro altola' del premier, Matteo Renzi, il quale aveva avvertito che Roma "non vuole verità di comodo" e si fermerà "solo davanti alla verità".
(AGI)