Miami - Da "dimostrazione di forza" a semplice gestione di "disordini" di piazza: cosi' Donald Trump, il lanciatissimo candidato alle primarie repubblicane, ha cercato di giustificare le sue parole, pronunciate 25 anni fa, sulla repressione cinese delle proteste di Piazza Tienanmen. Ma nel dibattito tv ha commesso una nuova gaffe, perche' ha di fatto minimizzato la portata della rivolta democratica di cui fu teatro il cuore di Pechino. Nell'intervista dei primi anni '90 a Playboy, il magnate newyorchese aveva sostenuto quasi ammirato che "quando gli studenti si sono riversati a piazza Tienanmen, il governo cinese l'ha quasi fatta saltare in aria, sono stati violenti, orribili, ma poi hanno represso con forza, questo dimostra il potere della forza".
Invitato giovedi' durante un dibattito televisivo a commentare quella frase, Trump ha provato a ridimensionarla sottolineando che "non stava giustificando" Pechino, ma solo constatando che era "un governo forte, potente che aveva repressi con forza" le proteste. Poi, pero', e' nuovamente scivolato, liquidando una repressione che fece centinaia di morti tra i giovani attivisti come un "contenimento dei disordini" di piazza. "E' stato orribile, ma non significa affatto che lo approvavo", ha insistito. (AGI)