Gerusalemme - Il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, ha annunciato l'intenzione di recarsi in Africa per il 40esimo anniversario dell'operazione Entebbe, con la quale forze speciali dello Stato ebraico nel 1976 misero fine alla crisi degli ostaggi dell'Air France. Per il leader israeliano, quel raid non fu solo "un'esperienza nazionale essenziale" ma ha anche un "particolare significato personale".
In quell'operazione, infatti, perse la vita il comandante dell'unita' d'elite israeliana, Yonatan Netanyahu, fratello dell'attuale premier. "Ho ricevuto un invito dal presidente del Kenya e di altri a recarmi in Africa, ho l'intenzione di acctettare nei pressi della data del 40esimo anniversario dell'operazione Entebbe", ha fatto sapere Netanyahu, senza dare indicazioni su quali Paesi visitera'.
Il leader israeliano ha espresso la speranza che un riavvicinamento con i Paesi africani si traduca in un cambiamento nel mondo in cui questi votano all'interno dell'Onu o di altri organismi internazionali, solitamente contrari allo Stato ebraico. "Gli interessi africani e quelle israeliani sono praticamente identici", ha sottolineato, ricordando il sostegno che lo Stato ebraico puo' dare in materia di lotta al terrorismo islamico e cyber-sicurezza.
Il 27 giugno 1976, un commando palestinese prese in ostaggio i 250 passeggeri del volo Air France Tel Aviv-Parigi e lo dirottarono a Entebbe in Uganda. Il commando israeliano entro in azione la notte tra il 3 il 4 luglio e salvo' tutti gli ostaggi. I 7 terroristi vennero uccisi, cosi' come 20 soldati e alcuni cittadini ugandesi. Oltre al fratello del premier, l'unica altra vittima israeliana fu una 75enne, trasferita prima dell'assalto in ospedale a Entebbe e successivamente uccisa su ordine del dittatore locale Idi Amin. (AGI)