di Salvatore Izzo
Ecatepec - "Fare di questa benedetta terra messicana una terra di opportunità. Dove non ci sia bisogno di emigrare per sognare; dove non ci sia bisogno di essere sfruttato per lavorare; dove non ci sia bisogno di fare della disperazione e della povertà di molti l'opportunismo di pochi. Una terra che non debba piangere uomini e donne, giovani e bambini che finiscono distrutti nelle mani dei trafficanti della morte". Questo il messaggio che Papa Francesco ha affidato all'immensa platea - oltre 300 mila persone - che assisteva alla messa celebrata nel Campus di Ecatepec, un agglomerato industriale limitrofo a Città del Messico. Il Papa è convinto che questo sia possibile se l'elite politica e finanziaria e anche gli uomini di Chiesa sapranno rinunciare alla cultura del privilegio che autorizza di fatto a depredare i poveri. E così per il secondo giorno di seguito è tornato a martellare contro quello che in Italia chiamiamo il comparaggio e che anche qui sfocia nelle azioni criminali: mafia e camorra da noi, narcos e poliziotti corrotti qui. Con addentellati significativi nella Chiesa, basti pensare alle coperture gaarantite per ragioni d'interesse da molti vewscovi alle malefatte del prete criminale Marcial Maciel, fondatore dei Legionari di Cristo, tossicomane e stupratore di motli giovani tra i quali anche i fogli da lui stesso concepiti.
"Con il Demonio non si dialoga, non si può dialogare", ha aggiunto al testo di un'omelia già molto forte, nella quale ha utilizzato nella sua omelia anche un'immagine che evoca comportamenti diffusi - come ha spesso denunciato - anche nelle Curie e negli Istituti religiosi, del "far legna dall'albero caduto", cannibalizzando cioè chi è in difficoltà invece di aiutarlo. In Messico il Vangelo che hanno testimoniato con il sangue "i tanti martiri" anche oggi, ha affermato, si trova "minacciato dal 'Padre della menzognà, da colui che vuole dividerci, generando una società divisa e conflittuale. Una società di pochi e per pochi". "Il nostro Padre - invece - è il Padre di una grande famiglia, è Padre nostro. Sa avere un amore, ma non sa generare e creare 'figli unicì. è un Dio che sa di famiglia, di fraternità, di pane spezzato e condiviso. è il Dio del 'Padre nostrò, non del 'padre miò e 'patrigno vostrò". Papa Francesco vuole dunque che la Chiesa del Messico, i suoi vescovi, preti e fedeli (tra i quali si possono includere i membri della elite politica) si purifichi da quelle che ha chiamato oggi le "tre tentazioni di Gesù". "La prima - elenca - è la ricchezza che spinge a impossessarsi di beni che sono stati dati per tutti, utilizzandoli solo per me o per 'i mieì. è procurarsi il pane con il sudore altrui, o persino con la vita altrui. Quella ricchezza che è il pane che sa di dolore, di amarezza, di sofferenza. In una famiglia o in una società corrotta è il pane che si dà da mangiare ai propri figli".
"La seconda è la vanità. Quella ricerca di prestigio basata sulla squalifica continua e costante di quelli che 'non sono nessunò. La ricerca esasperata di quei cinque minuti di fama che non perdona la 'famà degli altri. La terza è l'orgoglio, ossia il porsi su un piano di superiorità di qualunque tipo, sentendo che non si condivide la vita dei 'comuni mortalì e pregando tutti i giorni: 'Grazie Signore perchè non mi hai fatto come lorò". "La Quaresima - ha auspicato infine - sia il tempo per regolare i sensi, aprire gli occhi di fronte a tante ingiustizie che attentano direttamente al sogno e al progetto di Dio. Tempo per smascherare queste tre grandi forme di tentazione che rompono, dividono l'immagine che Dio ha voluto plasmare. Tre tentazioni di Cristo... Tre tentazioni del cristiano che cercano di rovinare la verità alla quale siamo stati chiamati. Tre tentazioni - ha concluso - che cercano di degradare e di degradarci". Se i vescovi di vecchio stampo, quelli che, ha detto ieri, "vivono da principi", in genere i potenti del Messico non saranno certo contenti delle parole del Papa la gente più semplice continua ad accorrere ad ogni passaggioo di Francesco per le strade eprcorse in Papa-mobile ma anche in auto scoperta. Oggi ad un certo punto ha fatto fermare la vettura per salutare un gruppo di monache di clausura uscite dal loro convento per aapplaudire il suo passaggio unendo le propria grida a quelle incontenibili dei bambini e ragazzi festanti. (AGI)